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Sapri, assemblea pubblica in difesa del Punto Nascita: “Non difendiamo partiti, ma i diritti del territorio”

Assemblea pubblica a Sapri contro la chiusura del Punto Nascita: sindaci, medici e cittadini uniti per difendere il diritto alla salute nel Basso Cilento.

A cura di Maria Emilia Cobucci
Pubblicato il 16 Settembre 2025
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«Non difendiamo né casacche né partiti, ma i diritti di un territorio. È arrivato il momento di agire con maggiore incisività rispetto agli approcci adottati finora». Con queste parole il sindaco di Sapri, Antonio Gentile, ha aperto l’incontro pubblico tenutosi ieri pomeriggio presso l’aula consiliare del Comune, dedicato alla difesa del Punto Nascita dell’ospedale “Immacolata”, ufficialmente chiuso dal primo settembre.

Le polemiche per la chiusura del punto nascita

La vicenda, iniziata lo scorso 5 marzo con la comunicazione della chiusura, ha generato crescente preoccupazione tra le gestanti del Basso Cilento, che si trovano ora senza certezze sul luogo e le modalità del parto. «È una situazione vergognosa che non possiamo accettare», ha dichiarato Luciano De Geronimo, presidente del comitato di lotta. «Non molliamo: andremo fino in fondo per difendere il nostro diritto alla salute, garantito dalla Costituzione, e per tutelare il nostro territorio».

Durante l’assemblea, i presenti hanno condiviso una linea comune: adottare due azioni concrete. La prima è l’impugnazione della delibera regionale che dispone la chiusura del Punto Nascita, da parte dei sindaci del Distretto Sanitario 71, con contestuale richiesta di sospensione. La seconda è l’indizione di uno sciopero generale qualora le istanze dei rappresentanti istituzionali e dei comitati non venissero accolte.

L’incontro

All’incontro hanno partecipato, oltre ai sindaci del territorio, il consigliere provinciale Pasquale Sorrentino, l’avvocato Franco Maldonato, il dirigente scolastico Corrado Limongi, il sindacalista Domenico Vrenna – che ha annunciato l’intenzione della FP CGIL di promuovere uno sciopero a tutela del presidio – l’assessore alla salute del Comune di Sapri Gerardina Madonna, e i medici Marco Martorano e Bruno Torsiello, rispettivamente responsabili dei reparti di Gastroenterologia e Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Immacolata”.

«La diagnosi è che siamo stati traditi da tutti: Ministero, Regione e ASL», ha affermato Torsiello. «La terapia da adottare spetta a voi, ma deve essere decisa con fermezza». Sulla stessa linea il dottor Martorano, che ha evidenziato come «la soglia dei 500 parti annui non venga raggiunta neppure da Polla e Vallo della Lucania. La chiusura di Sapri appare dunque una scelta dettata da una debole rappresentanza politica e territoriale».

A chiudere i lavori è stato l’avvocato Maldonato, che ha invitato i Comuni del Distretto Sanitario 71 a impugnare autonomamente il provvedimento che ha portato alla chiusura, sottolineando come non sia sufficiente confidare nell’esito del ricorso contro il piano di rientro. «Se affidassimo tutte le nostre speranze a quel ricorso, commetteremmo un grave errore», ha concluso.

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