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Monte San Giacomo. Dopo 25 anni riprendono le ricerche archeologiche nei siti preistorici del Monte Cervati

Un progetto che unisce scienza, cultura e sviluppo locale, restituendo centralità a un patrimonio rimasto per troppo tempo in silenzio

A cura di Federica Pistone Pubblicato il 12 Settembre 2025
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Monte cervati

Dopo 25 anni ripartono ufficialmente le ricerche archeologiche nei siti preistorici del Monte Cervati, tra i più importanti dell’Italia meridionale. Il via libera è arrivato con il rilascio della concessione di scavo presso la Grotta dei Vallicelli, nel territorio comunale di Monte San Giacomo.

Le ricerche

Nella giornata di ieri si è svolto un sopralluogo congiunto tra l’assessore comunale Aldo Manno, la funzionaria della Soprintendenza per le province di Salerno e Avellino, Giovanna Baldo, e la prof.ssa Adriana Moroni dell’Università di Siena. Un passaggio preparatorio in vista dell’avvio della nuova campagna di scavi, prevista per la fine di settembre.

«Abbiamo avviato oltre un anno fa, insieme all’Università e alla Soprintendenza, l’iter per ottenere la concessione – ha dichiarato l’assessore Manno – Il decreto è arrivato da poche settimane e ora possiamo finalmente procedere. Dopo 25 anni, grazie alle tecnologie attuali, ci aspettiamo risultati più precisi e scientificamente rilevanti».

Il progetto

Il progetto si inserisce in un programma di ricerca su scala euroasiatica dedicato alla presenza dell’Uomo di Neandertal (Paleolitico medio) anche nel massiccio del Cervati. Coinvolte le Università di Siena, Bologna e Simon Fraser (Canada), in collaborazione con l’ente locale.
Due i siti di interesse archeologico nel territorio: la Grotta dei Vallicelli e l’Inghiottitoio di Pian di Varlacarla, noto anche come Grotta Merola.

«Stiamo lavorando per istituire un tavolo tecnico – ha aggiunto Manno – con l’obiettivo di rilanciare sia la Grotta dei Vallicelli che l’Archeodromo, da anni fermo. Il nostro sogno è farne un polo didattico stabile per studenti universitari e scolaresche, punto di riferimento per la divulgazione e la valorizzazione del nostro patrimonio preistorico».

Un progetto che unisce scienza, cultura e sviluppo locale, restituendo centralità a un patrimonio rimasto per troppo tempo in silenzio.

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