Un punto di differenza? No, appena quattro centesimi. E quattro centesimi che valgono un appalto con fondi PNRR per la realizzazione di un incubatore di comunità e che, soprattutto, sono stati difesi con successo al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Salerno. La sentenza, emessa in forma semplificata per manifesta infondatezza del ricorso, ha confermato l’aggiudicazione dei lavori da parte del Comune di Sessa Cilento alla ditta vincitrice, respingendo le accuse di irregolarità avanzate dall’impresa arrivata seconda.
Le contestazioni
La contesa ruotava attorno all’assegnazione di un appalto finanziato con fondi PNRR, un progetto destinato a creare uno spazio multifunzionale chiamato “a putea – incubatore di comunità”, per la formazione professionale e il supporto alle micro-imprese del territorio.
Il progetto, gestito dalla Comunità Montana “Bussento – Lambro e Mingardo” per conto del Comune, aveva visto la partecipazione di due principali contendenti: la ditta aggiudicataria con 92,580 punti, e la seconda classificata con un punteggio di 92,538. Un distacco minimo, di soli 0,042 punti, che ha spinto la seconda classificata a presentare ricorso.
La seconda in graduatoria ha impugnato la decisione, contestando il punteggio assegnato alla ditta vincitrice per le migliorie tecniche proposte. In particolare, il ricorso mirava a escludere dalla valutazione gli interventi per l’impianto fotovoltaico e il solare termico, ritenuti dalla ricorrente “non finiti, funzionanti e collaudabili”.
Tuttavia, il TAR ha respinto il ricorso, ritenendolo manifestamente infondato. La sentenza ha evidenziato come le valutazioni della commissione di gara rientrino nella discrezionalità tecnica, un ambito in cui il giudice può intervenire solo in caso di “manifesta illogicità, irragionevolezza o errore di fatto”, condizioni che non sono state riscontrate in questo caso.
L’esame del Tar
Il punto cruciale della decisione è emerso dall’esame dei documenti di gara. È risultato che la ditta aggiudicataria non si era limitata a proporre gli impianti energetici contestati, ma aveva incluso nel suo pacchetto di migliorie anche la realizzazione del cappotto esterno e, soprattutto, l’isolamento e l’impermeabilizzazione del solaio di copertura.
Proprio quest’ultimo intervento, giudicato “cruciale” dal Tribunale per le critiche condizioni della struttura, è stato determinante per l’esito della gara. Il fatto che solo la ditta vincitrice avesse offerto questa soluzione ha blindato la posizione della commissione di gara e del Comune di Sessa Cilento.