La pazienza di don Carlo Pisani, parroco della chiesa Madre ad Agropoli, è giunta al limite. In un duro sfogo online, il sacerdote ha denunciato l’incessante problema del parcheggio selvaggio. Questo ostacola non solo la sua azione pastorale ma impedisce anche ai fedeli di partecipare alle celebrazioni.
Le criticità
Il malcontento di don Carlo non è una novità. Da tempo ha cercato di mantenere un dialogo costruttivo con le istituzioni per risolvere diverse problematiche, tra cui le zone a traffico limitato (ztl) nel centro storico. Queste limitazioni, secondo il suo sfogo, hanno scoraggiato molti fedeli che, per recarsi in chiesa, sono costretti a “pregare ‘a tempo’ o pagando il ticket del parcheggio”. Nonostante ciò, il parroco ha sempre cercato il dialogo. Il culmine è stato raggiunto nella piazza Urti, antistante la chiesa di San Francesco. Nonostante l’area sia di proprietà della parrocchia, è stata trasformata in “un parcheggio da parte dei vacanzieri”. Don Carlo ha raccontato di aver ricevuto lui stesso delle multe in passato, non riuscendo a trovare un posto dove parcheggiare a causa della sosta selvaggia. “Chi conosce i miei ritmi sa che la domenica celebro quattro messe e non ho molto tempo per mettermi a cercare parcheggio quando di diritto ne avrei uno ben largo”, ha sottolineato. La situazione, a suo dire, sta allontanando i fedeli dalla comunità, specialmente quelli che “non possono più frequentare la messa a San Francesco”.
Gli ultimi episodi
L’episodio più recente e decisivo si è verificato in occasione delle celebrazioni del Perdono di Assisi e dell’inaugurazione di una mostra, eventi in programma per l’1 e il 2 agosto. Don Carlo aveva inviato una pec alle autorità competenti per chiedere che, “Almeno in questa occasione la Comunità possa usufruire liberamente di un suo bene”. Nonostante due solleciti, la richiesta è rimasta inascoltata. “Ore 17:00, dopo due messaggi a Chi di dovere, arrivo e trovo il piazzale occupato”, ha scritto il parroco. Il post si conclude con una frase amara e decisa: “La buona educazione non paga”, sottolineando la profonda delusione di fronte alla mancanza di collaborazione e rispetto.