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Il carcere di Sala Consilina non riaprirà

Il Tar ha respinto il ricorso presentato dal Comune e dall'ordine degli avvocati per la riapertura del carcere di Sala Consilina

A cura di Filippo Di Pasquale Pubblicato il 9 Luglio 2021
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Il Tar Salerno ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Sala Consilina e dall’Ordine degli Avvocati di Lagonegro per chiedere la riapertura del Carcere di Sala Consilina. Una richiesta respinta dai giudici secondo cui “Il motivo di ricorso è infondato”.

Questi gli 8 motivi in base ai quali il TAR ha ritenuto legittima la chiusura del carcere di via Gioberti:

“1) la considerazione dell’elemento strutturale, in quanto l’edificio consiste in una vecchia sede vescovile, edificato nell’anno 1809 e nel 1948 trasformato in carcere, risultando oggi non adeguato agli standards nazionali ed europei;

2) il carattere storico dell’edificio limita, e comunque rende più complessa e condizionata, la possibilità di interventi di adeguamento, dato il vincolo di tutela monumentale, che impedisce di apportare quelle modifiche strutturali che consentirebbero il raggiungimento di standards adeguati;

3) tra i vari deficit strutturali vi è ad esempio il mancato rispetto della disciplina in tema di abbattimento delle barriere architettoniche;

4) altro grave difetto consiste nella non conformità della struttura alla disciplina della sicurezza sul lavoro sotto il profilo dell’igiene edilizia;

5) inoltre, a parte il problema della sicurezza sul lavoro, emerge la generale angustia e ristrettezza dei vari ambienti, tale da compromettere la qualità della presenza dei detenuti, del personale, e dei visitatori;

6) tra i locali inidonei vi sono anche gli spazi insufficienti degli uffici, della caserma, della mensa;

7) anche l’accesso alla struttura con veicoli risulta non agevole;

8) sono presenti aree scoperte collocate in centro abitato, tanto da compromettere le norme di sicurezza che impongono l’adeguata separazione dei detenuti dal pubblico.

Il Tar, quindi, ha valutato l’inidoneità della struttura ad assolvere la funzione rieducativa della pena, senza che sussistano adeguati e ragionevolmente agevoli margini di adeguamento dell’edificio.

“In aggiunta a tali valutazioni, il Tar ritiene legittima la chiusura del carcere di Sala Consilina, considerando il più ampio piano nazionale di riorganizzazione delle strutture penitenziarie, che prevede in linea di massima la chiusura delle strutture penitenziarie più piccole, per concentrare gli sforzi organizzativi, lavorativi ed economici nelle strutture più grandi”.

Non viene ritenuta “risolutiva” nemmeno l’offerta dell’amministrazione comunale di contribuire all’adeguamento della struttura, sia perché la tipologia dell’edificio e il vincolo storico impedirebbero l’adeguamento integrale, sia perché in ogni caso non si riuscirebbe a superare la soglia minima di 100 posti per i detenuti (così come previsto dalla Legge).

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