Estrazioni petrolifere tra Marsico Nuovo e Vallo di Diano: caso in Parlamento

Erminio Cioffi

Arriva all’attenzione del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica la vicenda legata alla richiesta fatta dall’ENI per la messa in produzione del pozzo Pergola 1 nel comune di Marsico Nuovo in provincia di Potenza, al confine con i comuni di Atena Lucana e Sala Consilina, e che ha risvegliato nel Vallo di Diano i timori dei possibili danni che potrebbero arrivare in seguito alle attività di estrazioni petrolifere.

L’interrogazione parlamentare

Nei giorni scorsi l’onorevole Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra ha presentato una interrogazione al Ministro Gilberto Pichetto Fratin per sapere se “intende revocare – si legge nell’interrogazione – la concessione di coltivazione idrocarburi denominata «Val D’Agri», a tutela dei beni ambientali onde evitare rischi irreversibili per l’equilibrio idrogeologico dei bacini idrografici del fiume Agri e interregionale del fiume Sele.

L’Eni lo scorso 30 gennaio nell’ambito della concessione di coltivazione idrocarburi denominata «Val D’Agri», ha presentato istanza per l’avvio del procedimento di Via relativa al progetto «Messa in produzione del Pozzo Pergola 1, realizzazione dell’Area Innesto 3 e posa delle condotte interrate di collegamento».

L’area di progetto – evidenzia l’onorevole Bonelli – interferisce con i beni paesaggistici «Immobili e aree di notevole interesse pubblico» poiché ricade all’interno del sistema montuoso della Sellata -Volturino del territorio del comune di Marsico Nuovo, con i «Territori coperti da boschi e foreste», nella stessa zona risultano presenti i siti della rete Natura 2000 Monti della Maddalena e Appennino lucano”.

Il no al progetto

Sul progetto si sono fermamente opposti, oltre al comune di Marsico Nuovo, diversi comitati e associazioni ambientaliste insieme ai comuni confinanti di Atena Lucana, Sala Consilina, la Comunità Montana Vallo di Diano e diverse associazioni del salernitano, che denunciano rischi connessi alle sorgenti e ai bacini idrografici del fiume Agri e interregionale del fiume Sele, in un’area con presenza di cavità carsiche diffuse.

“La documentazione depositata per la richiesta di Via da parte di Eni – si legge nell’interrogazione – non sembra aver analizzato compiutamente i rischi derivanti dalla realizzazione di un pozzo estrattivo sui bacini idrografici, relativamente all’alterazione dello stato di qualità delle acque superficiali e sotterranee, della potenziale interferenza con la falda, oltre alle modificazioni del drenaggio superficiale, con possibile alterazione del naturale deflusso delle acque”.

La questione Pergola 1 era stata già affrontata tra il 2014 ed il 2015 dalla Comunità Montana Vallo di Diano con una serie di incontri istituzionali nel corso dei quali erano stata messa più volte in evidenza l’incompatibilità dell’intervento con l’assetto naturale del territorio e la sua specifica vocazione di sviluppo socio-economico.

In un documento sottoscritto allora dai sindaci dei comuni valdianesi veniva contestato all’Eni di non aver tenuto conto nel progetto delle specificità del territorio dal punto di vista sismico e idrogeologico; l’area interessata dalle perforazioni è nota per la sua elevata sismicità e per la presenza di sorgenti permanenti di grande importanza che potrebbero essere inquinate dall’eventuale dispersione di idrocarburi, con conseguenze non solo sull’ambiente ma anche sugli abitanti.

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