«No» alla strada per il Monte Cervati: associazioni chiedono sostegno al Vescovo De Luca

«La realizzazione della strada, per le scelte progettuali, per i materiali impiegati, per le finalità dichiarate e per l’impatto antropico cagionerebbe un sicuro e grave danno ambientale»

Ernesto Rocco
Monte Cervati
Monte Cervati - @antonio_pizzo93

Una lettera al vescovo della Diocesi di Teggiano – Policastro, mons. Antonio De Luca, per manifestare dissenso alla realizzazione della strada per il Monte Cervati. A firmarla Italia Nostra sezione Cilento – Lucano; Futura Cilento – associazione per lo sviluppo locale equo e sostenibile; CAI (Club Albino Italiano) – Gruppo regionale campano; circolo Legambiente Stella Maris di Agropoli.

La lettera delle associazioni ambientaliste

«Le scriviamo per porre alla Sua attenzione una vicenda che molto ci sta a cuore e altrettanto ci preoccupa e per porle una domanda: la tradizione religiosa e la “salvaguardia del creato”, possono essere sacrificate sull’altare del “turismo religioso”?
Ci riferiamo alla strada asfaltata in corso di realizzazione nel Comune di Sanza, sul Monte Cervati, dal bivio con la strada provinciale verso Rofrano sino in prossimità del Santuario della Madonna SS della Neve a quota 1820 mt slm.
», esordiscono le associazioni.

E proseguono: «Le autorità preposte alla tutela dell’area protetta, che hanno autorizzato i lavori su proposta del Comune di Sanza, sostengono che si tratti di opere di manutenzione di una strada comunale già esistente volte a mettere in sicurezza il tracciato. In realtà, la vecchia pista sterrata, realizzata a partire dagli anni ’60 per consentire il trasporto a valle del legname, verrà trasformata in una strada carrabile percorribile da pullman e da ogni sorta di utilitaria per incentivare sia il traffico veicolare privato sia il turismo organizzato, anche di tipo religioso». Un’opera contestata e, secondo gli ambientalisti, la tradizione religiosa viene chiamata in causa «per giustificare una scelta che contrasta con ogni principio e con ogni buona pratica di salvaguardia ambientale, che solo delle autorità “molto distratte” hanno potuto avallare».

Turismo religioso?

Il riferimento è al Santuario posto in cima al Monte Cervati e al pellegrinaggio che ogni anno si svolge con la statua della Madonna. «Il pellegrinaggio è, a nostro avviso, la genuina e commovente rappresentazione della fede e della devozione di un popolo che celebrando la Madonna rinsalda i suoi legami comunitari, onorando la Madonna del Cervati celebra il suo rapporto con la natura e con il Creatore. Una Natura che qui, su questo monte, esprime tutta “la bellezza e la magnificenza del creato”. Una bellezza da salvaguardare, perché fragile; perché tutte le forme di vita, animale e vegetale, presenti nell’area protetta del Monte Cervati, rappresentano un valore in sé e non solo un valore d’uso; un valore da trasmettere alle future generazioni, del quale noi non siamo i proprietari ma ne possiamo essere gli intelligenti custodi».

Per le associazioni, quindi, la strada non va fatta: «Abbiamo sottoposto al giudice amministrativo e a quello penale i nostri rilievi e le nostre contestazioni. La realizzazione della strada, per le scelte progettuali, per i materiali impiegati, per le finalità dichiarate e per l’impatto antropico conseguente, cagionerebbe un sicuro e grave danno ambientale per la flora, per la fauna, per il paesaggio e provocherebbe dissesto idrogeologico. Un danno per tutta la collettività.
Anche sotto il profilo dello sviluppo economico, noi riteniamo che non sia questo il modo per promuovere e incentivare il turismo, sia esso naturalistico o religioso.
Riteniamo che per essere conosciuta ed amata la Natura vada in primo luogo rispettata, adattandosi ad essa e non violentandola, per promuoverne una fruizione veloce e consumistica
».

L’appello

Di qui la richiesta di un sostegno morale e «di rendere esplicita la posizione della Chiesa locale al riguardo, di aiutarci a creare delle occasioni di dialogo con la popolazione».

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