Cala del Cefalo, Uniti per Cambiare: L’avevamo detto!. Italia Nostra: chi pagherà?

Il Tar di Salerno ha bocciato il ricorso del Comune di Camerota contro l'ordinanza di sospensione dei lavori a Cala del Cefalo. Il gruppo di minoranza Uniti per Cambiare: "L'avevamo detto!".

Ernesto Rocco
Strada del Mingardo

Il Tar di Salerno ha dato ragione alla Soprintendenza di Salerno, bocciando il ricorso del Comune di Camerota contro l’ordinanza di sospensione dei lavori di demolizione del costone roccioso a Cala del Cefalo. Il gruppo di minoranza “Uniti per Cambiare” esulta: “L’avevamo detto!”.

Le perplessità di Uniti per Cambiare

Fin dall’inizio avevamo nutrito perplessità sulla vicenda Cala del Cefalo e sulle procedure adottate dall’Amministrazione Scarpitta“, dichiarano i consiglieri di Uniti per Cambiare. “Già il 4 febbraio 2023 avevamo chiesto la convocazione di un tavolo tecnico, mai concesso. Solo in un secondo momento, il 10 febbraio, a lavori già iniziati, l’Amministrazione ha convocato il Consiglio Comunale per decretare la somma urgenza”.

Le accuse in Consiglio Comunale

“In quel Consiglio Comunale ci sono state riservate solo offese e invettive”, proseguono i consiglieri. “Ci hanno accusato di non saper leggere le carte e di fare solo demagogia. Noi, invece, in modo responsabile, abbiamo evidenziato che: l’iter e i provvedimenti non erano in linea con i dettami amministrativi; la documentazione era carente; mancava la relazione geologica”.

La sentenza del Tar

La sentenza del Tar di Salerno ha dato ragione alle perplessità di Uniti per Cambiare. Il Tar ha infatti rilevato che il Comune ha adottato i provvedimenti senza alcun iter istruttorio e motivazionale; i lavori sono stati eseguiti in assenza di autorizzazione; i lavori hanno arrecato un pregiudizio al paesaggio.

La richiesta di un Consiglio Comunale

“Nei prossimi giorni faremo ufficialmente richiesta di convocazione di Consiglio Comunale”, concludono i consiglieri di Uniti per Cambiare. “Vogliamo aprire un confronto democratico e discutere l’argomento nelle opportune sedi istituzionali”.

La posizione di Italia Nostra

“Auspicavamo una soluzione progettuale a cura di esperti geologi e tecnici e che avesse salvato la bellissima falesia. Oggi lo scempio è compiuto, ma chi pagherà i danni arrecati al paesaggio, ai cittadini e al Cilento?”, così invece Italia Nostra che pure aveva contestato le modalità di esecuzione dei lavori.

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