Ospedale di Vallo fuori da rete oncologica: sindacati chiedono chiarimenti

Costabile Pio Russomando
Ospedale di Vallo della Lucania

L’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania fuori dalla rete oncologica. La notizia, filtrata nella giornata di ieri, sta facendo discutere. Ciò anche in considerazione del fatto che il presidio ospedaliero ormai da tempo è costretto a fare i conti con continue criticità. La possibile esclusioni dalla rete oncologica rappresenta soltanto l’ultimo scacco ad una struttura che rischia di essere ridimensionata.

Ospedale di Vallo fuori dalla rete oncologica: le richieste dei sindacati

A chiedere chiarimenti sono i sindacati. La Nursind, tramite il segretario territoriale Biagio Tomasco, vuole comprendere i motivi della scelta e al contempo chiede ai vertici della sanità campana di modificare il provvedimento.

«Le motivazioni che hanno determinato tale depauperamento rimangono per lo più oscure – osservano dal sindacato – anche se riconducibili a due ben determinate fattispecie, ovvero o la struttura non ha fatto richiesta
di partecipazione alla Rete Oncologica, o ne siano state esclusa a seguito delle valutazioni effettuata, annuale o triennale».

La prima tesi, però, è da scartare poiché dal reparto chirurgia generale hanno fatto richiesta di partecipazione alla rete oncologica. «Se tale esclusione sia stata effettuata sulla scorta di analisi prospettiche – evidenziano allora dalla Nusrsind – non si comprende come mai il PO San Luca di Vallo della Lucania sia rimasto tagliato fuori dalla rete oncologica, in luogo di altri presidi ospedalieri che presentavano, e presentano, numeri inferiori a quelli del PO di Vallo stesso».

Le criticità

La scelta sull’esclusione dell’ospedale San Luca di Vallo dalla rete oncologica determina uno sbilanciamento dell’offerta pubblica e privata, accusano ancora dal sindacato, poiché ben due cliniche private del territorio hanno l’assistenza su tutte le patologie oncologiche. Chi invece vuol far riferimento all’offerta pubblica è costretto a lunghi spostamenti poiché i presidi pubblici sono collocati a macchia di leopardo sul territorio.

Di qui la richiesta di conoscere i motivi dell’esclusione del San Luca dalla rete oncologica e di valutarne il reinserimento.

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