Vallo della Lucania fuori dalla rete oncologica: «Errore di comunicazione dei dati»

Carmela Santi
Ospedale di Vallo della Lucania

Una nuova tegola si abbatte sull’ospedale San Luca, già alle prese con problemi legati alla grave carenza di medici. Al momento, infatti, sono fermi anche gli interventi chirurgici oncologici. L’ospedale di Vallo della Lucania sarebbe fuori dalla Rete Oncologica. Una condizione determinata dalle scelte formulate dal gruppo tecnico di lavoro voluto dalla Regione Campania per la definizione della rete oncologica sul territorio regionale.

Il San Luca di Vallo della Lucania fuori dalla rete oncologica

Nella delibera di giunta regionale del 7 giugno scorso, pubblicata sul Burc del 20 giugno, è stato definito l’elenco provvisorio, e dunque suscettibile di variazioni, delle chirurgie oncologiche arruolate nella rete.

La scelta delle strutture sanitarie per gli interventi, secondo quanto riportato nella relazione, è frutto di valutazioni effettuate dal gruppo tecnico di lavoro sulla base di dati forniti in riferimento a specifici indicatori. Inoltre viene sottolineato come si tratti di un elenco provvisorio. Esso risulta subordinato a rispetto e mantenimento dei criteri di ammissione a seguito valutazioni periodiche annuali ed una valutazione finale per il triennio 2022/2024.

Al San Luca c’è il consenso solo per il trattamento delle neoplasie all’apparato genitale femminile. Interventi, questi, eseguiti dall’equipe del dottore Salvatore Ronsini, responsabile del reparto e del dipartimento salute della donna e del bambino dell’Asl di Salerno.

Le ragioni dell’esclusione

Una limitazione, quella dell’ospedale San Luca di Vallo nella rete oncologica, pare dovuta ad un errore nella comunicazione dei dati. In pratica non sarebbero state trasmesse le necessarie documentazioni richieste a livello regionale.

Un cavillo che, seppur discutibile, lascia ben sperare. La situazione del San Luca potrebbe quindi essere recuperata.

I disagi

Intanto restano i disagi per i pazienti già in attesa di interventi chirurgici oncologici, costretti a rivolgersi ad un altra struttura sanitaria.

La nota dell’Asl di Salerno parla chiaro: «dal primo settembre le strutture escluse dalla rete oncologica per il trattamento chirurgico delle specifiche neoplasie non possono eseguire i relativi ricoveri programmati per praticare tali interventi».

Una situazione che ha destato non poca preoccupazione e su cui annunciano già battaglia le organizzazioni sindacali tra cui la Nursind con il segretario provinciale Biagio Tomasco. Anche nel Vallo di Diano l’ospedale Luigi Curto di Polla rientra nella rete oncologica per il trattamento delle sole neoplasie intestinali e per il fegato, nonostante anch’esso rischiasse l’esclusione. Per ciò che riguarda le strutture private la più accreditata è la clinica Cobellis.

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