Giuseppe Pastore, titolare de “I sapori della Terra” a Casal Velino: l’intervista

Rossella Tanzola

Il protagonista dell’intervista di oggi è Giuseppe Pastore; imprenditore Cilentano, titolare de “I sapori della Terra”, che ha scelto di raccontare e rappresentare il territorio e le peculiarità attraverso le sue produzioni artigianali.

Il percorso intrapreso da Giuseppe Pastore nasce da un forte senso di appartenenza al Cilento, ma soprattutto amore e passione per il suo lavoro. Il Cilento è la patria della Dieta Mediterranea e il fico bianco cultivar “Dottato” è una varietà molto diffusa in tutto il Mezzogiorno.

Egli dedica gran parte del tempo alle sperimentazioni in laboratorio, lasciandosi ispirare e guidare dal fico, la pianta del benessere. Entrando nella sua bottega potrete scoprire alcune produzioni; il fico sott’olio, il patè di fichi, la mostarda acetica di fichi, l’aceto balsamico di fichi e il mosto cotto di fichi secchi.

Con il fico fresco realizza una vellutata di fichi simile ad una marmellata cremosa; che già dal primo assaggio regala la sensazione di mangiare il fico fresco spalmato su una fetta di pane o una fetta biscottata.

Nel suo laboratorio troverete anche tisane prodotte dalla raccolta di erbe spontanee (mirto selvatico, rosmarino e finocchietto) ricche di proprietà benefiche per l’organismo; e articoli di altri produttori cilentani.

Le sorprese non finiscono qui: una volta entrati vi troverete immersi in una realtà tutta da esplorare e che non ho intenzione di svelarvi.

1) Come presenti la tua bottega quando ti ritrovi di fronte ad un cliente che non sa nulla del Cilento?

  • Inizio col chiedere: “Conosci il Cilento”? Nel caso di confusione col più rinomato Salento decanto le virtù del territorio delle murge e quanto sia simile al Cilento, che è situato sul versante tirrenico in Campania dove è nata la scuola eleatica, e quanto il Cilento sia la piena Magna Graecia.

2) Quando sperimenti qualcosa di nuovo con chi condividi le tue emozioni e chi è la tua prima “cavia”?

  • Quando sono in crisi, irrequieto, entro in una specie di trance in cui dirotto le mie caotiche paranoie. Da questo caos nascono le sperimentazioni più belle. Prima le condividevo subito con tutti, ora siamo solo io e me. Quando il prodotto ci sorprende (a me e all’inconscio), inizia la fase degustativa in tour per una condivisione con un’ampia platea.

3) Il 17 e il 18 Maggio 2022 a Milano hai scelto di partecipare a “Distillo”, la prima fiera dedicata al mondo delle micro distillerie con la tua produzione artigianale di rum. Quali sensazioni ti ha suscitato e come valuti l’esperienza nel complesso?

  • Distillo è stata una vera sorpresa. Una fiera di settore che nata in sordina tra gli addetti ai lavori, ha portato numerosi curiosi ad acculturarsi per entrare in un mondo che abbraccia una rete piuttosto ampia. Io ho riscontrato un feedback positivissimo tra gli estimatori del rum mentre ho fatto degustare il mio “Terùn”, questi ultimi di solito sono scettici a novità prodotte fuori dai luoghi di appartenenza (Cuba, Giamaica, Antille…). Stiamo parlando di un superalcolico da assaggiare assolutamente. Chi non vorrebbe tenere un Terùn in casa?

4) Tra le tue produzioni, quale, a tuo parere, rappresenta l’espressione autentica del Cilento?

  • Molti colleghi produttori direbbero che il prodotto di per sè che identifica di più il territorio è il fico impaccato. Per me tutta la mia produzione di fichi, dal salato al dolce (passando per la tisana di foglie di fico) rappresenta il Cilento in modo degno.

5) Quali sono i valori in cui credi per portare avanti la tua attività?

  • Pur soffrendo la situazione contingente, sono sempre più convinto che i lavorati di fico sono un’espressione di salubrità fisica e mentale. I valori a cui ambisco è lasciare a tutti uno strumento per il benessere di ognuno di noi evitando scarti per chiosare: “come il maiale, del fico non si butta via niente”.
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