Vallo, inchiesta Yele: cadono le misure cautelari

Carmela Santi
Tribunale

VALLO DELLA LUCANIA. Cadono le misure cautelari reali, dunque annullati quasi per tutti gli indagati i sequestri preventivi eseguiti nei mesi scorsi. Sulla maxi inchiesta “Piazza Pulita” della Yele che circa un mese fa aveva travolto 29 indagati, sono arrivate le decisioni del Tribunale del Riesame. La Finanza di Vallo della Lucania aveva eseguito sequestri preventivi per 20 milioni di euro nei confronti di 14 indagati, tutti annullati dal Riesame. Per i principali indagati, Marcello Ametrano ex presidente della Yele e per il direttore generale Sergio di Blasi, il tribunale ha in parte confermato il sequestro di beni ma solo per taluni presunti reati tributari, annullando invece i sequestri per l’accusa di bancarotta e peculato. L’inchiesta è stata avviata dalla Procura di Vallo sul fallimento della Yele, la società che per anni si è occupata della gestione dei rifiuti in 49 comuni del Cilento.

A fine agosto la Guardia di Finanza, su disposizione del Gip, ha eseguito nei confronti di 14 dei 29 indagati un sequestro preventivo di beni per equivalente fino alla concorrenza di circa 20 milioni e mezzo di euro. Un centinaio di beni immobili, tra fabbricati e terreni, 25 veicoli e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro. La Yele aveva creato un “buco” nei bilanci di oltre 30 milioni di euro, con grave pregiudizio per i creditori e l’Erario.​

Dalle risultanze investigative sarebbe emersa la sistematica inadempienza anche degli obblighi verso istituti di credito e finanziarie che avevano erogato la “cessione del quinto” ai dipendenti della Yele, che invece tratteneva tali spettanze per scopi propri.

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