Ragazza bullizzata all’Ancel Keys, la dirigente: “scuola non è rimasta inerte”

Redazione Infocilento
Istituto Ancel Keys
Istituto Ancel Keys - Castelnuovo Cilento

Riceviamo e pubblichiamo, di seguito, nota della dirigente scolastica dell’istituto Ancel Keys, Maria Masella, in merito al caso di bullismo registratosi presso la scuola di Castelnuovo Cilento

Giovedì 31 ottobre la scuola è venuta a conoscenza di una ripresa video, della durata di pochi secondi, realizzata da alcuni studenti durante il cambio “dell” ora”, che vedeva protagonista una studentessa della medesima classe. Il video era stato condiviso sul gruppo gestito dagli studenti e non pubblicato su alcun social pubblico, come invece emerge dagli articoli pubblicati oggi. Immediatamente è stato convocato un consiglio di classe straordinario, alla presenza di tutti i genitori degli studenti presenti nel video alla fine del quale, per i ragazzi interessati e per tutta la classe, sono stati adottati i procedimenti ritenuti più opportuni. La scuola, non è rimasta inerte dinanzi ad un fatto, ritenuto grave perche’ ha avuto come oggetto la mancanza di rispetto di una persona, innanzitutto.

A tal proposito preme sottolineare che le asserite “botte in testa” e le “sberle” non risultano affatto presenti nel video in questione tant’è che quanto pubblicato, sotto tale profilo, risulta non veritiero oltre che diffamatorio nei confronti degli studenti coinvolti e dell’intera scuola, che quotidianamente lavora, con energia, non solo per insegnare a leggere e a far di conto, ma anche, e soprattutto, per educare gli studenti affidati al rispetto delle regole, della persona, dei tempi c dei compiti. Intervenendo anche lì dove le famiglie, purtroppo sempre più spesso, sono mancanti. Al cospetto di un video “privato”, considerata l”età degli studenti e la necessità di contemperare le molteplici esigenze sottese all’azione educativa dell’istituzione scolastica, la scrivente è intervenuta nei modi ritenuti più efficaci,comminando immediatamente un procedimento di sospensione dalla frequenza delle lezioni nei confronti di due studenti. Ai genitori dei medesimi la scrivente ha ribadito, con energia, che la vicenda avrebbe avuto un decorso ben più grave se quanto messo in atto dai loro figli avesse avuto una visibilità maggiore mediante la pubblicazione sui social network di larga diffusione. E questo per renderli consapevoli maggiorente dell’attenzione che tutti devono prestare nei confronti di quanto fanno i ragazzi e non certamente perché è stata sottovalutata la gravità della condotta, comunque manifestatasi su di un gruppo privato della classe.

Si rappresenta, oltretutto, che questa scuola, ogni anno, invita esponenti delle Forze dell’Ordine affinchè informino gli studenti sul corretto utilizzo dei social e sulle conseguenze che possono derivare da un uso inconsapevole ed improprio degli strumenti tecnologici. Allo stesso modo, i docenti di diritto, tengono lezioni specifiche su tali tematiche, in specie nelle classi prime, maggiorente interessate dal fenomeno in considerazione dell”età anagrafica. E questo è stato fatto anche per la classe direttamente coinvolta. Gettare fango su una scuola e sulle persone, senza aver chiesto informazioni, è ignobile! Nella scuola niente viene nascosto perché è interesse prioritario il benessere degli studenti. Di tutti gli studenti. E’ evidente, anche in questa situazione, la necessità di raccordare l’intervento della scuola con quello delle famiglie, senza il quale qualsiasi tentativo educativo è destinato al fallimento.

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