Agropoli, ritrovate le Sacre Reliquie dei Santi Patroni Pietro e Paolo

Ernesto Apicella

Questa storia ha inizio nell’Agosto del 2014, quando pubblicai sul portale web di informazione “InfoCilento” l’articolo: “Agropoli, il Mistero delle Miracolose Reliquie dei Santi Pietro e Paolo. Le visite Pastorali, il Colera, l’Emigrazione, la scomparsa dell’Ostensorio”.
Nell’articolo riportavo la Visita Pastorale tenuta ad Agropoli, il 3 Ottobre 1875, da Monsignor Giovanni Battista Siciliani, “Episcopus Caputaquensis e Vallensis”.
Il Vescovo era stato accolto dal Curato Agnello Scotti e nel pomeriggio, aveva stilato l’inventario dei beni presenti nella Cattedrale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.
Tra i beni ecclesiastici presenti nell’inventario fu menzionato, per la prima volta, un Ostensorio di legno foderato d’argento contenente le Reliquie di S. Pietro e di S. Paolo. In questi ultimi mesi ho effettuato un’analisi più attenta sul documento originale della Visita Pastorale, custodito nella Biblioteca del Museo Diocesano di Vallo della Lucania, dove si evince che”…su esse (Reliquie dei Santi Pietro e Paolo) esiste il suggello vescovile, mentre le rispettive autentiche (certificati di autenticità) si conservano in luogo decente e nell’esporsi si pongono molti lumi”.
Nell’articolo del 2014, inoltre menzionai la Visita Pastorale ad Agropoli, del 9 ottobre 1885, effettuata da Monsignor Pietro Maglione, nuovo Vescovo della Diocesi di Capaccio-Vallo, il quale attestava che la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo era sconsacrata, che la struttura “manet in pessimo statu” e che erano numerose le Cappelle interdette ed abbandonate. Nell’inventario non comparivano le Sacre Reliquie e quindi mi chiedevo che fine avesse fatto il Reliquiario dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Tra le varie ipotesi indicavo l’eventualità che una nobile famiglia di Agropoli, le avesse prelevate dalla Cattedrale sconsacrata e custodite nella propria abitazione.

Ricostruzione del ritrovamento

Qualche anno fa, una storica famiglia del borgo antico di Agropoli donò alla Parrocchia dei Santi Patroni Pietro e Paolo, delle teche contenenti le Reliquie di alcuni Santi, tra esse c’era un Reliquiario in metallo contenente due Reliquie recanti la dicitura: “ S.Petri Aposto e S.Pauli Aposto”. Il Reliquiario non mostrando alcun sigillo e non avendo alcun documento di autenticità, veniva esibito ai fedeli con cautela e perplessità.
La Chiesa Cattolica precisa che le Reliquie, per avere valore storico – religioso, devono essere “autentiche”, cioè il Reliquiario deve recare sigillo in ceralacca con lo stemma di un Vescovo, supportato da fili serici: il sigillo impedisce le frodi.
Inoltre occorre un documento, la “Carta d’Identità” delle Reliquie, che le descriva e che riproduca il sigillo vescovile.
In queste ultime settimane, essendo venuto a conoscenza della presenza di un Reliquiario contenente Reliquie dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, ho chiesto al Parroco Don Carlo Pisani, che ringrazio per la disponibilità,  di poterlo visionare.
In un primo incontro esplorativo, avvenuto quindici giorni fa, non vidi sul retro del Reliquario alcun sigillo esterno. Esso è in metallo, forse in argento, dotato di un gancio e chiuso sul fronte da un antico vetro soffiato.
Ma, dopo aver fatto ulteriori ricerche documentali, Domenica 24 giugno alle ore 10.05 ho chiesto a Don Carlo Pisani di provare ad aprire delicatamente il Reliquiario, giacché ritenevo fosse un contenitore con coperchio. Alla presenze di alcuni testimoni aprendo il Reliquario, con nostro grande piacere, abbiamo trovato all’interno un antico sigillo in ceralacca con timbro vescovile, sostenuto da fili serici, il tutto intatto e ben conservato. Credo che per la prima volta, dopo cento anni e più, l’importante sigillo abbia rivisto la luce. Di seguito la foto delle Reliquie dei “Santi Apostoli Pietro e Paolo” e la prima foto in assoluto del Sigillo apposto sulle Reliquie.

Di chi è il Sigillo sulle Reliquie?

In queste ultime ore, ho svolto delle ricerche tra gli stemmi delle famiglie nobili del Meridione ed ho accertato che il sigillo reca lo stemma del famoso e potente Cardinale Ruffo di Calabria. Infatti comparando lo stemma presente sulle Reliquie, con lo stemma del Cardinale Ruffo, ho riscontrato le stesse peculiarità: spaccato, cuneato da un bordo all’altro; croce astile patriarcale; il capo caricato di tre conchiglie al naturale, ordinate in fascia. Le conchiglie rappresentano il segno per eccellenza del pellegrinaggio; tre, per indicare i “pellegrinaggi maggiori” della storia del Cristianesimo: Gerusalemme, Roma e Santiago di Compostela.
Fabrizio Dionigi Ruffo di Calabria nacque a S. Lucido (Calabria) il 16 Settembre 1744 e morì a Napoli il 13 Dicembre 1827. Uomo potente e carismatico, proveniente da una nobile famiglia calabrese, ebbe numerosi incarichi di prestigio alla Santa Sede, alla Corte del Regno di Napoli ed in Francia, al servizio dell’Imperatore Bonaparte. La sua fama storica è legata alla creazione dell’Esercito della Santa Sede (Sanfedista), chiamato anche “Armata Cristiana e Reale della Santa Fede in Nostro Signore Gesù Cristo”. Esercito che costituì nel 1799 per combattere i Francesi, guidati dal Generale Championnet, che avevano instaurato la Repubblica Partenopea a Napoli. Il Cardinale Ruffo di Calabria, a capo del suo esercito e con la protezione di S.Antonio, restituì il Regno di Napoli a Re Ferdinando IV di Borbone.

L’Autenticità delle Reliquie

Ecco i momenti salienti che mi portano a credere, che le Reliquie di Santi Apostoli Pietro e Paolo, attualmente custodite presso l’omonima Parrocchia di Agropoli, siano le stesse inventariata nel 1875 da Monsignor Giovanni Battista Siciliani:

1) La presenza di un documento ufficiale redatto nel 1875 da Monsignor Giovanni Battista Siciliani, conservato presso il Museo Diocesano di Vallo della Lucania, dove si attesta la presenza, nella Chiesa Patronale di Agropoli, di un: “Ostensorio di legno foderato d’argento contenente le Reliquie di S. Pietro e S. Paolo, su esse esiste il suggello vescovile, mentre le rispettive autentiche si conservano in luogo decente e nell’esporsi si pongono molti lumi”.
Negli anni successivi, per motivi a noi sconosciuti, il Reliquiario non fu più menzionato nelle Visite Pastorali;
2) Dopo più di 140 anni di silenzio, ricompare un Reliquiario contenente le Reliquie dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, grazie ad una storica famiglia agropolese che lo dona all’omonima Parrocchia di Agropoli…coincidenza?
Da tenere presente, che non esistono altri Reliquiari che contengono,  contemporaneamente, le Reliquie dei due Santi;
3) Domenica 24 giugno alle ore 10.05, su mio invito, il Parroco Don Carlo Pisani ha aperto il Reliquiario ed al suo interno, sul retro, abbiamo rinvenuto un sigillo in ceralacca con timbro vescovile, sostenuto da fili serici, il tutto intatto e ben conservato. Sigillo di autenticità presente nella Visita Pastorale del 1875;
4) Il sigillo è stato posto sulle Reliquie dal famoso Cardinale Ruffo di Calabria, un personaggio di indiscusso spessore storico-religioso. Un Sigillo importante, per delle Reliquie di enorme valore storico-religioso;
5) I Santi Apostoli Pietro e Paolo sono i Patroni di Agropoli…coincidenza?

In questi 143 anni, un sottile filo serico intriso di suppliche e miracoli, gioie e dolori, fede e tradimenti, devozione e sacrilegio, ha legato la storia di Agropoli alle Reliquie dei Santi Patroni Pietro e Paolo. Una volta ritrovate “le rispettive autentiche”, redatte, verosimilmente, dal Cardinale Ruffo di Calabria, sapremo da dove provengono le Reliquie, chi le ha donate, quando è stata fatta la ricognizione canonica e quali sono le parti dei corpi dei Santi presenti nel Reliquiario.
Gli Attestati di Autenticità del Reliquiario, probabilmente, sono conservati ad Agropoli, in qualche vecchia e polverosa libreria. Per cui invito a prestare attenzione, su eventuali consultazioni di antichi documenti, scritti in latino, riguardanti Agropoli, potrebbero essere i nostri attestati.
Con il ritrovamento del sigillo del Cardinale Ruffo di Calabria è stata appurata l’autenticità delle Sacre Reliquie dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, custodite dall’omonima Parrocchia di Agropoli.
Adesso gli Enti Ecclesiastici, secondo le norme del diritto canonico, avranno il compito di stabilire cosa fare!
Al termine di queste storia, alla quale manca solo il capitolo dedicato a “le rispettive autentiche” e che mi auguro di scrivere quanto prima, spero di aver fornito alla comunità agropolese, un altro tassello della sua ricca ed ancora semisconosciuta vita storica, sociale ed economica.

Riproduzione riservata – 28/06/2018
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