“I comuni sono a rischio paralisi”: l’allarme anche dal Cilento

Massimo Sica

Da decenni, riecheggia in ogni dove, l’amara constatazione che il teatrino della politica sia scollegato dalla realtà.

E, purtroppo, è vero.

Il principale Ente dello Stato apparato, dimenticato e bistrattato è il Comune, in generale; al cui interno, nello specifico, meritano particolare menzione i Servizi Demografici

Per intenderci, tutti i servizi che afferiscono alla persona umana, ovvero: Anagrafe, Stato Civile(tenuta ed aggiornamento dei Registri di nascita, matrimonio, cittadinanza e morte), A.I.R.E.(Anagrafe degli Italiani residenti all’Estero), I.S.T.A.T., Elettorale, Leva militare, CIE.

Entrando nello specifico, la funzione anagrafica rappresenta una delle cinque funzioni statali che i Comuni sono chiamati ad esercitare per conto dello Stato.

Non a caso, l’art. 14 del Testo unico degli Enti Locali (D.Lgs. 267/2000), stabilisce che il Comune esercita servizi statali per quanto concerne le materie sopra elencate.

Sempre per legge possono essere affidate all’ente comunale ulteriori funzioni amministrative inerenti  ai suddetti servizi assicurando le risorse necessarie per l’esercizio.

Questo il passaggio cruciale, da dove nasce la protesta degli operatori del settore, nei piccoli Comuni.

Il Comune, definito: “La casa del cittadino”, “Lo stato sul territorio”, per il fatto di essere l’Ente a contatto diretto con i cittadini, il luogo fisico dove dialogare con l’autorità statale è a rischio paralisi.

Ma nessuno lo dice.

Negli ultimi anni, in virtù del principio di sussidiarietà, si è assistito ad un continuo ed incessante aumento di adempimenti a carico dei Comuni, senza assicurare, a quest’ultimi, alcuna risorsa aggiuntiva.

O peggio, è stato necessario far fronte alla crescita esponenziale del carico di lavoro, avendo a disposizione minori entrate ed un organico, già di per sé insufficiente, ridotto ulteriormente a causa dei collocamenti a riposo, non sostituibili da nuove unità lavorative per i blocchi delle assunzioni introdotte dalle varie Leggi Finanziarie.

Carenze che riguardano anche gli Uffici Tecnici e Finanziari.

Una situazione da potenziale stallo, completamente, sottovalutata o ignorata.

La maggior parte di coloro i quali saranno eletti Consiglieri Comunali  non hanno contezza del fatto che il primo ed enorme problema che dovranno affrontare sarà la mancanza di personale e le difficoltà burocratiche ed economiche per reclutarlo.

Con la collocazione a riposo di tantissimi Funzionari (l’80% è in età pensionabile), gli Enti si troveranno con settori scoperti e, nel contempo, andrà penduto un enorme patrimonio di conoscenze professionali, non impiegato per la formazioni di giovani sostituti.

Situazione, già, in essere su molti Comuni, dove non potendo, per ragioni di spesa, indire concorsi, sono stati posti in essere soluzioni provvisorie, ricorrendo a convenzioni con altri Comuni o nomine temporanee ricorrendo all’istituto previsto dall’art. 110 (incarichi a contratto) del TUEL.

Tutte soluzioni che rappresentano una “pezza”, ma non risolvono il problema, lo procrastinano.

Le carenze maggiori si registrano nell’ambito dei Servizi Demografici.

Lo scenario è uno dei tanti paradossi dell’Amministrazione Pubblica Italiana, da una parte Enti, dichiarati inutili, con personale in esubero, dall’altro i piccoli Comuni, impossibilitati ad inserire giovani nel mondo del lavoro, costretti a barcamenarsi alla meglio per rispettare la miriade di scadenze, tenuto conto che in molte realtà il Servizio amministrativo oltre alle materie sopra elencate, cura tanti altri settori: protocollo, commercio, stranieri, istruzione, passaggi di proprietà beni mobili, pratiche porto darmi, Albo Pretorio, supporto  ufficio Segreteria, ecc.

“Il disappunto e la rabbia nasce dalla scarsa attenzione mostrata sia delle autorità sovra comunali, sia  dalle amministrazioni locali, nei riguardi di un servizio a contatto diretto col pubblico, il quale si aspetta sempre risposte adeguate, immediate e risolutive in ordine alle varie problematiche. Emanare continue disposizioni legislative, presentate come una svolta epocale per il settore, senza rendersi conto delle difficoltà di ordine pratico, quali: apparecchiature informatiche obsolete, collegamenti Internet inadeguati agli adempimenti informatici richiesti quotidianamente, formazione specifica del tutto trascurata, personale ridotto al minimo, significa, voler poggiare un tetto d’acciaio su pilastri di cartone”, afferma, con amarezza,  Nevio Petrocchi, Responsabile del Servizio Amministrativo del Comune di Orria(SA).

Un malcontento che continua a lievitare, sottovalutato da troppo tempo.

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