Cilento: allarme siccità. L’estate 2018 potrebbe essere peggiore di quella trascorsa

Luisa Monaco

Notevole riduzione di piogge in autunno rispetto alla media del periodo

Il 2017 è stato un anno terribile sotto il profilo della siccità. Oltre ai danni per l’agricoltura e l’allevamento, nel Cilento notevoli sono stati i disagi anche per i cittadini costretti a razionalizzare la risorsa idrica, con le società che gestiscono gli acquedotti che ancora oggi devono sospendere l’erogazione per favorire l’accumulo di risorsa nei serbatoi.

La situazione si dimostra tutt’ora critica: in alcuni comuni c’è già l’allarme per il prosciugamento delle sorgenti. E’ il caso di Sanza costretta a convivere con l’assenza di piogge sul Monte Cervati da ben otto mesi. Una condizione a tratti drammatica e che nel 2018 potrebbe essere addirittura peggiore, nel Cilento come in tutta la Campania.

A lanciare l’allarme il geologo Franco Ortolani analizzando i dati della stazione pluviometrica di Montevergine. Quest’ultima è ubicata sul serbatoio idrogeologico carbonatico dei monti del Partenio-Avella ed è molto importante perchè misura le precipitazioni piovose oltre i 1000 metri di altezza direttamente sugli acquiferi carbonatici che alimentano le principali sorgenti perenni che ci riforniscono di acqua potabile. “L’analisi delle precipitazioni piovose di ottobre 2017 a Montevergine sollevano motivate preoccupazioni per la ricarica idrica dei serbatoi idrogeologici naturali carbonatici carsificati che ci riforniscono di acqua potabile”, spiega Ortolani.

“Durante il 2017, fino ad ottobre compreso, sono caduti 597,4 mm di pioggia – evidenzia – La media del 1884-2016 è di 2076 mm in un anno. La media tra il 1981 e il 2010 è di 1606 mm. Per la fine del 2017 mancano novembre e dicembre che sono normalmente piovosi. Per raggiungere il valore medio relativo al periodo 1981-2010 dovrebbero precipitare 1000 mm in due mesi. Non è detta l’ultima parola, naturalmente”.

“Se accadesse la Campania sarebbe interessata da una serie di catastrofi idrogeologiche, però le falde si ricaricherebbero”, dice l’esperto, anche se l’ipotesi è remota e attualmente siamo costretti a fare i conti con una significativa diminuzione delle precipitazioni. “Per le riserve idriche estive si dovrà attendere la stagione piovosa primaverile del 2018”, dice Ortolani, il quale auspica che “già da ora la massima attenzione per garantire l’approvvigionamento idropotabile ed irriguo estivo del 2018”.

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