Dipendenti del comune indagati: amministrazione minimizza, minoranza incalza

Ernesto Rocco
Municipio Agropoli

“Nonostante tutto questo sistema delle cooperative va avanti”

Nuova bufera sul comune di Agropoli dopo che nei giorni scorsi sono stati notificati tre avvisi di conclusione indagini ad altrettanti dipendenti comunali. Si tratta di Anna Spinelli, funzionario del settore affari sociali, Alba Rosiello e Lucia Calastri.

I reati contestati sono, a vario titolo, falsità ideologica, falsità materiale e turbativa d’asta. Stando alle accuse le tre, in concorso tra loro, avrebbero falsificato una gara per l’affidamento di servizi a cinque cooperative sociali. Inoltre avrebbero, sempre in concorso turbato le procedure di affidamento del servizio sportello immigrati per gli anni 2014 – 2016. La gara d’appalto sotto accusa era stata indetta dall’Unione dei Comuni Alto Cilento per conto del comune di Agropoli: Anna Spinelli è finita nel registro degli indagati quale presidente della commissione tecnica di cui facevano parte anche Rosiello e Calastri. Il comune di Agropoli ha concesso alle tre il patrocinio legale in quanto i fatti contestati sono inerenti ad attività strettamente connesse allo svolgimento delle loro funzioni in seno all’ente. Da palazzo di città si dicono tranquilli e fanno sapere di avere massima fiducia nell’operato della magistratura e di essere certi che ogni cosa verrà chiarita. Le minoranze, invece, incalzano: erano stati proprio degli esposti partiti negli scorsi anni dai gruppi di opposizione a far partire le indagini sulle modalità di affidamento dei servizi alle cooperative. “Nonostante tutto – spiega Aldo Romano – questo modus operandi va avanti e soltanto il mese scorso altri servizi sono stati affidati a delle cooperative”.

Questo non è il primo caso in cui dipendenti dell’ente vengono coinvolto in inchieste relative alle modalità di affidamento dei servizi a delle cooperative. Nel febbraio scorso furono i funzionari Biagio Motta ed Eugenio Del Duca a ricevere una avviso di conclusione delle indagini. In quel caso è stato ipotizzato il reato di abuso d’ufficio per l’affidamento diretto di servizi alla cooperativa Le Muse che gestisce il Museo Civico delle Arti e l’accoglienza al castello durante la stagione estiva.

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