Cittadino chiede di poter ospitare migranti, scoppia la polemica

Katiuscia Stio

Il sindaco: non è razzismo, ma vanno ascoltate le istanze dei cittadini

OTTATI. Ha scatenato non poche polemiche la richiesta di un privato cittadino, originario di Ottati ma non ivi residente, in qualità di vice presidente di una cooperativa sociale di Roma, inoltrata al Prefetto di Salerno per ospitare, nell’immobile di proprietà, 10 donne migranti. A comunicare agli ottatesi la decisione, autonoma e privata, del vice presidente della cooperativa sociale Cerere di Roma, è il sindaco Eduardo Doddato a mezzo social. Nessun commento o atteggiamento razzista tra gli abitanti del paese nel cuore degli Alburni, il dato di fatto, che infastidisce ed indispettisce, è la decisione presa autonomamente dal vice presidente senza averla dapprima condivisa e la probabile finalità lucrativa legata ad iniziative di tal genere soprattutto quando vengono poste in essere da strutture private che non hanno mai interagito con i territori di riferimento. Il sindaco invita il vice presidente ad un pubblico incontro e confronto. Per ora la Prefettura ha verificato i dati della cooperativa sociale ritenendola idonea e a breve si procederà alla verifica dell’immobile. Sul social e tra le strade del paese il pensiero che prende corpo è tutto racchiuso in questo commento:
« (…) impropriamente si parla sempre e solo di solidarietà e/ o razzismo. Il problema ha radici di tutt’altra natura . Non perdiamo di vista la reale condizione che noi residenti quotidianamente viviamo. Le difficoltà contingenti dovute alla viabilità, alla sanità, alle scuole, tutte derivanti da un inesorabile spopolamento. Si tratta quindi di aggiungere le difficoltà a dover lottare per l’integrazione . Ma chi deve integrarli se siamo rimasti quattro gatti? Chi deve intrattenerli? Chi deve controllarli? Chi deve soddisfarli? I trenta euro procapite servono a sollevarli dalle loro sorti? Il progetto integrazione ha come obiettivo ben altro rispetto a quello che noi abbiamo intenzione di offrire. Rischiamo semplicemente una sovracultura che non riusciremo a contenere perché siamo pochi, pochissimi. Ci serve aiuto. Che si trasferisca qui con la propria famiglia l ‘audace propositore per aiutarci nell’arduo compito dell’accoglienza. Noi da soli non possiamo farcela!»

«E’ una decisione che influisce sulla collettività, sia nel bene che nel male- dichiara il sindaco Doddato- ho comunicato a tutti i miei concittadini gli avvenimenti in corso e da quanto leggerò nei commenti rilasciati sul social e ascolterò in paese, con i consiglieri comunali prenderemo delle decisioni, nel pieno rispetto delle iniziative private e della Legge».

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