Parco pubblico abbandonato: ‘E’ lo specchio dell’amministrazione Alfieri’

Redazione Infocilento

L’associazione Camelot attacca l’amministrazione comunale. Parco pubblico nel degrado


Doveva essere riqualificato; era già pronto un progetto per farlo divenire un fiore all’occhiello della città; oggi, al contrario, il Parco Pubblico Liborio Bonifacio è nel più pieno degrado. A lanciare le accuse Giovanni Basile, a capo dell’associazione Camelot, secondo cui “il parco è stato di fatto abbandonato dall’amministrazione comunale agropolese”.Diverse le criticità evidenziate, a partire dalle condizioni dell’arredo urbano e delle giostre: due altalenne su quattro risultano rotte, rotte anche altre giostre e alcune panchine. In alcuni punti, inoltre, è stata evidenziata l’assenza di ghiaia e la necessità di rifare la pavimentazione morbida. Ma i problemi non finiscono qui: “Mai fatta una disinfestazione ed i bambini, al tramonto, divengono il pasto delle zanzare”, spiega Basile.

Questa estate, inoltre, il parco di via Taverne ha perso il suo ruolo di punto di riferimento per eventi organizzati da associazioni, artisti e compagnie teatrali: anche ciò ha comportato “L’agonia di una realtà agropolese che poteva essere il fiore all’occhiello della città”.

“Si aggiunga – precisa Basile – che il restauro della tanto pubblicizzata fornace è fermo al palo perché si attende l’avvicinarsi della prossima campagna elettorale per l’inaugurazione. Ne parleremo a primavera 2017”.

Lo stato in cui versa il Parco Pubblico sta determinando numerosi problemi: anche il gestore dell’unico bar del parco ha dichiarato che non sono più sostenibili i costi di gestione in rapporto coi ricavi.

Per il presidente dell’associazione Camelot è facile fare un accostamento tra il Parco Bonifacio e l’azione politica dell’amministrazione comunale: “Più importante spendere per inaugurare che fare manutenzione. La lontananza di chi vive nel palazzo dalle persone comuni-Qualcuno ha mai visto un amministratore al parco di via Taverne? La politicizzazione della cultura: se l’artista non è gradito via dal parco a costo di chiuderlo”. “Urge un intervento serio di rilancio del parco. Un’azione di utilizzazione migliore degli spazi”, conclude Basile.

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