Cilento: riapre il museo archeologico. Era chiuso da circa dieci anni

Katiuscia Stio

L’Antiquarium, sottoposto a interventi di riqualificazione e messa in sicurezza nel 2007, non ha riaperto mai stabilmente i battenti.

LAURINO. La Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno ha dato l’ok all’apertura dell’Antiquarium. L’esposizione, che raccoglie circa quattrocento antichissimi reperti raccolti nel comprensorio, finalmente sarà nuovamente visitabile dopo un’attesa durata quasi nove anni. Il museo era attivo già negli anni ’70, ma la Soprintendenza ne dispose la chiusura chiedendo al comune di trovare o creare ex novo una sede più adeguata. I lavori, per un costo di circa 50mila euro, furono eseguiti all’interno del convento di Sant’Antonio con il contributo del Parco e terminati nel 2007. Da allora, però, l’Antiquarium non ha mai aperto stabilmente per una serie di problemi.

Ora è arrivato l’ok della Soprintendenza che permetterà, si spera in tempi brevi, di aprire le porte del museo che raccoglie circa 400 reperti litici e fittili, rinvenuti in diverse campagne di scavo a Ponte Trenico (Campora) e Chiusa della Mammolessa (Stio) risalenti al Neolitico finale (Cultura di Diana, fine del IV, inizio del III millennio a.C.) Tempa di S. Giovanni (Laurino), Tempa Calore (Magliano) risalenti alle successive culture, eneolitica del Gaudo, metà circa III millennio a.C. e Appenninica, prima metà del II Millennio fino al XII sec. Dalla Grotta dei fraulusi, in località Pruno, provengono teschi calcificati e reperti dell’Età del Bronzo(XIV-XI sec. a.C.). Gli altri reperti si riferiscono alla fase di occupazione lucana del territorio (IV-III sec. a. C). In una teca sono esposti anche i paramenti funebri di don Ferdinando Carafa IV duca di Laurino, rinvenuti davanti all’altare maggiore della Collegiata.

Condividi questo articolo
Exit mobile version