Ecomostro di Petina, Pellegrino: struttura va abbattuta ed area valorizzata

Katiuscia Stio
Nasce nel 2001 l’Ecomostro di Petina. Siamo nel cuore dei Monti Alburni, le cosiddette “Dolomiti del Sud”, un massiccio carsico, ricco di doline, grotte ed inghiottitoi, meta di esplorazioni speleologiche. È la concessione edilizia n. 15 del 19 novembre 2001 rilasciata dal comune di Petina a creare l’Ecomostro dell’Aresta (località in cui sorge, tra l’altro l’Osservatorio Astronomico). La concessione edilizia viene rilasciata al Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano nella persona dell’allora Direttore Generale, architetto Domenico Nicoletti, (dal 2015 Direttore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga). L’idea dell’ente Parco era quella di costruire - secondo quanto emerge dalla concessione - una struttura prefabbricata, in legno lamellare da adibire a ricovero attrezzi L.S.U. Acquisiti tutti i pareri, il comune di Petina rilascia la concessione per costruire nel proprio territorio questo scempio! La struttura, che non sarà mai completata, grazie anche ad un procedimento penale (che vede tutti assolti e che nulla stabilisce circa le sorti dell’eco-mostro), è ancora lì a deturpare un paesaggio incantato che ora è, per decisione del Parco medesimo, riserva integrale. Se l’idea di costruire un deposito di attrezzi agricoli nel bel mezzo di un’ampia vallata era folle, ancora più sconsiderata è l’inerzia del comune di Petina che ospita nel suo territorio uno scheletro abbandonato, fatiscente al punto di deturpare anche l’aria.

Dopo il dossier del Codacons il presidente del Parco ha immediatamente effettuato un sopralluogo sull’area dove sorge l’ecomostro.

PETINA. Sopralluogo del presidente del Parco Nazionale, Tommaso Pellegrino, all’Aresta di Petina. All’indomani del Dossier Cilento- Quando è il Parco Nazionale a concepire l’ecomostro, diramato dal Codacons, il presidente si è immediatamente attivato per prendere visione del problema.
«In effetti la struttura prefabbricata da adibire a ricovero attrezzi L.S.U. va abbattuta- dichiara il presidente- ma contestualmente si deve valorizzare l’area. L’Osservatorio, che sorge proprio di fronte il prefabbricato, dev’essere riqualificato e diventare il punto d’eccellenza del Parco, deve diventare l’”Osservatorio del Parco”. Su esso va rivisto un progetto strutturale anche dal punto di vista contestuale.»
Parte così un viaggio all’interno del territorio del Parco che funge da ricognizione sullo stato dei luoghi e delle opere che il Dossier Cilento pone sotto i riflettori. A breve, per quel che concerne il comune di Petina, partirà un progetto di sinergia tra Ente Parco e Comune per la valorizzazione e riqualificazione dell’Aresta.

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