Uccise la moglie, condannato a 14 anni: “Rammarico per l’entità della pena”

Redazione Infocilento

Sull’omicidio Gareffa avvenuto a Vibonati interviene il comitato “Se non ora quando”.

Il comitato “Se non ora quando” -Vallo di Diano ha voluto esprimere rammarico per l’entità della pena comminata pochi giorni fa dai giudici del tribunale di Lagonegro a Sandro Pili, autore del femminicidio della moglie Pierangela Careffa avvenuto nel novembre del 2014. Al reo confesso è stata difatti riconosciuta la seminfermità mentale, in seguito ad una perizia psichiatrica richiesta dal suo difensore, consentendogli di ottenere uno sconto di pena rispetto a quella inizialmente richiesta di 16 anni. Così con il rito abbreviato e con tale riduzione della condanna la punizione di Sandro Pili è di quattordici anni di carcere e tre in una casa di cura e di custodia. “Troppo spesso ricorrendo a giustificazioni psicopatologiche, che non hanno nessun fondamento – evidenziano dal comitato – questi assassini si vedono rapidamente ridotte, nei diversi gradi di giudizio, le pene che erano state loro comminate, quando, invece, occorrerebbe essere severissimi, applicare con maggiore attenzione i sistemi preventivi, abolendo le giustificazioni anche di natura psicologica perché nella maggior parte dei casi si tratta di un vero e proprio gesto aggressivo”. Nell’eventualità che contro questa sentenza si ricorra in appello, il comitato Se non ora quando-Vallo di Diano “auspica che ai magistrati giudicanti delle sorti del femminicida pervenga chiara e netta la presa di posizione della Società italiana di psichiatria, che a nome dei suoi iscritti non vuole più fornire, in nessun modo, una pur minima sponda o giustificazione a crimini che sono da sempre odiosi, ma che finalmente la nostra società sta imparando a conoscere come tali”.

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