Morì in regime di Tso: nesso tra farmaci e il decesso di Massimiliano Malzone

Redazione Infocilento

Nesso tra i farmaci e il decesso di Massimiliano Malzone, ma nessuna responsabilità dei medici. Ecco cosa dice la perizia di un consulente.

MONTECORICE. C’è un nesso tra la morte di Massimiliano Malzone e i farmaci utilizzati per la sua cura, tuttavia la terapia non aveva controindicazioni pertanto la morte non era prevedibile o preventivabile. E’ quanto emerge nella relazione che il consulente Adamo Maiese ha presentato alla Procura della Repubblica che indaga sulla morte di Massimiliano Malzone, il 39enne di Montecorice morto d’infarto al nosocomio di Sant’Arsenio dove era ricoverato in regime di Tso.

Secondo la perizia quindi “il decesso non è da porre in correlazione causale con il trattamento sanitario non essendo evidenziabili profili di imperizia, imprudenza e negligenza”, nonostante ciò, però nella relazione si sottolinea che ci sarebbe una correlazione tra il decesso e i neurolettici assunti durante la degenza in ospedale. Per questo la famiglia di Malzone vuole vederci chiaro e chiede il processo dei sanitari: durante il trattamento, tra l’altro, l’uomo sarebbe stato sottoposto a costrizioni fisiche e soprattutto non sarebbe stato consentito ai familiari di vederlo. Inoltre, secondo i legali, vi sarebbero contraddizioni nella stessa perizia considerato che gli esami del sangue avrebbero evidenziato una dose di uno dei farmaci superiore al livello terapeutico.

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