Traffico illegale di donne moldave per Agropoli e Vallo della Lucania: al via il processo

Ernesto Rocco
Tribunale di Salerno

Davanti ai giudici della Corte di Assise di Salerno, ha avuto inizio ieri l’istruttoria del processo relativo al traffico illegale di donne moldave in Italia. Il blitz dei carabinieri di Vallo della Lucania, avvenuto un anno fa, ha portato all’apertura del caso che coinvolge una donna del posto ritenuta la presunta mente criminale di un sodalizio orchestrato per impiegare illegalmente donne moldave come badanti in cambio di denaro.

I provvedimenti dei giudici

La donna è attualmente agli arresti domiciliari; il compagno ha il divieto di dimora; denunciato a piede libero il figlio mentre il divieto di dimora è stato disposto anche per un cittadino rumeno ritenuto parte del sodalizio.

Le accuse

Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri coordinati dalla Dda di Salerno, l’organizzazione favoriva l’ingresso illegale in Italia di donne moldave. Gruppi composti da 40-50 donne venivano periodicamente condotti nel Paese a bordo di autobus, con destinazione Agropoli e Vallo della Lucania. Una volta giunte, le donne venivano impiegate come badanti presso famiglie del Cilento. Ogni rapporto lavorativo prevedeva un corrispettivo di circa 200 euro, detratte dalla prima mensilità delle lavoratrici.

I reati contestati variano dall’associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento dell’immigrazione clandestina alla permanenza illegale di cittadine straniere sul territorio nazionale. Uno degli imputati deve rispondere anche del reato di estorsione.

Durante l’udienza, alcuni carabinieri hanno testimoniato, rivelando dettagli delle operazioni di servizio in cui hanno osservato l’arrivo degli autobus e l’assegnazione delle donne moldave da parte della coppia.

In diverse circostanze, gli autobus sono stati fermati lungo il tragitto, consentendo l’identificazione dei passeggeri. In uno di questi episodi, gli investigatori hanno notato uno straniero che cercava di consegnare passaporti alle straniere.

In un successivo controllo, tre ragazze precedentemente identificate sull’autobus erano in compagnia dei soggetti finiti a processo.

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