Pillola anticoncezionale gratuita solo per le under26, sei d’accordo?

Chiara Esposito

A sei mesi dal primo via libera alla pillola anticoncezionale gratuita, lo scorso martedì il Consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), riunitosi a Roma, ha raggiunto un accordo.

Ma facciamo un passo indietro. Lo scorso aprile la Commissione tecnico scientifica (Cts) e il Comitato prezzi e rimborsi (Cpr) dell’ente regolatorio, avevano reso pubblico il loro parere positivo alla gratuità della contraccezione ormonale femminile, senza porre alcun limite d’età. Successivamente, nel maggio 2023 la decisione venne sospesa e rinviata per motivi economici di sostenibilità della spesa. Una doccia fredda per molte persone e compagini politiche le quali rimarcavano il fatto che fosse dal 1993, che in Italia la pillola contraccetiva si trovasse nella classe dei farmaci non rimborsabili.

Cosa è cambiato

A quanto si apprende, il Consiglio di Amministrazione ha deciso che la contraccezione ormonale femminile sarà gratuita solo per le donne di età inferiore ai 26 anni e verrà distribuita esclusivamente presso consultori o altre strutture pubbliche. Questa decisione dovrà ora essere ufficialmente approvata mediante una delibera del Cda, ma ha già ottenuto il consenso dalla commissione Salute delle Regioni.

Una scelta che sicuramente ha lasciato l’amaro in bocca a un po’ di donne, che hanno chiosato: “Non è una buona notizia”. Oltretutto, se a questa si aggiunge anche l’aumento dell’Iva sugli assorbenti, sembra davvero essere sempre un passo indietro rispetto agli altri Paesi.

I risultati del sondaggio

Anche tutti gli utenti che hanno partecipato al nostro sondaggio social, per la maggior parte sono scontenti di questa scelta: il 68% infatti afferma essere un gesto “discriminatorio”. D’altronde, a che età si intende davvero adulta una donna? Chi deve decidere quando e come sentirsi sicure di procreare?

Ci scrive Flavia: “Certamente, l’offerta gratuita della pillola anticoncezionale a tutte le donne poteva comportare delle restrizioni economiche, ma la decisione di stabilire limiti d’età sembra riflettere una politica che mette al centro la figura della donna come fulcro della famiglia, priorizzando il suo ruolo di madre sopra altre considerazioni”.

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