Ordinanza “anti movida” a Casal Velino: esercenti sul piede di guerra

Limiti alle serate musicali e divieto di karaoke, polemiche della minoranza a Casal Velino e gli esercenti chiedono confronto con il sindaco

Di Ernesto Rocco

Casal Velino si divide dopo l’ordinanza firmata dal sindaco Silvia Pisapia che limita la diffusione di emissioni sonore per le attività commerciali. Il provvedimento, valido fino al 31 agosto, prevede lo svolgimento di intrattenimenti musicali per un massimo di 2 serate, preferibilmente nella giornata del venerdì, fino alle ore 01.30 e il divieto assoluto di serate karaoke.
Diversi esercenti hanno manifestato il loro malcontento per le regole fissate per tutelare la quiete pubblica, considerato anche che molte serate erano già state programmate. 

La posizione della minoranza

A raccogliere i loro malumori il consigliere di minoranza Fabio Morinelli: “Una programmazione seria di un’Amministrazione vorrebbe che queste scelte si facessero molti mesi prima del periodo estivo e non certamente a ridosso del periodo clou della stagione estiva (anche se prima, comunque, dell’uscita del Programma estivo). Questo consentirebbe ai titolari delle attività commerciali, che (da non tenere in poco conto) aspettano l’estate per poter finalmente lavorare e veder fruttare i propri investimenti, di fare le opportune scelte di organizzazione dei locali, di programmazione delle serate, di ingaggio di gruppi musicali, di assunzione del personale. Farlo adesso significa vanificare investimenti, spese già fatte, contratti magari già chiusi da tempo: in breve, budget che saltano”. 

La replica

Pronta la replica del primo cittadino Silvia Pisapia: “l’ordinanza è la semplice attuazione di quanto previsto dal Regolamento di Polizia Urbana ed Amministrativa, adottato dall’Amministrazione Comunale nell’anno 2000, rispetto al quale nessuno ha mai proposto modifiche”. 

La posizione dei commercianti

Intanto ieri i commercianti del territorio si sono riuniti per trovare delle soluzioni. L’obiettivo è chiedere un confronto con il primo cittadino al fine di sollecitare una modifica all’ordinanza, ad oggi esclusa da palazzo di città. In caso contrario c’è chi si dice pronto anche a ricorrere al TAR. 

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