Omicidio Vassallo, dalla Commissione Antimafia nuovi dettagli sul caso

«L'omicidio di Angelo Vassallo resta una vicenda torbida, per molti versi sconcertante»

Ernesto Rocco
Angelo Vassallo

Nei giorni scorsi la Commissione parlamentare antimafia aveva presentato la relazione conclusiva sull’omicidio di Angelo Vassallo, compianto sindaco di Pollica. L’omicidio è avvenuto il 5 settembre 2010 e da allora si cerca ancora la verità, benché di recente le indagini abbiano avuto un’accelerata. Dalla relazione della Commissione emergono ora altri dettagli sull’omicidio e sul possibile movente.

Omicidio Angelo Vassallo legato allo spaccio di droga?

Il sindaco Vassallo si era lamentato più volte con la locale Stazione dei Carabinieri chiedendo interventi risolutivi per il diffondersi del commercio e del consumo degli stupefacenti nella zona e forse la sua attenzione al e problema era accentuata dalla circostanza che il fidanzato dell’epoca della figlia Giusy, Francesco Avallone, era coinvolto in queste attività illecite. La circostanza all’epoca non era nota, sebbene i familiari e conoscenti di Angelo Vassallo, intervistati, avessero riferito come tra Avallone ed il sindaco non corressero buoni rapporti anche se il primo, proprio per volere di Angelo Vassallo che tentava in vario modo di integrarlo nella famiglia, lavorava nell’enoteca familiare”. Così fanno sapere dalla Commissione.

Secondo una ricostruzione giornalistica riportata dalla relazione dell’Antimafia, tra gli amici o comunque conoscenti di Avallone ci sarebbe stato il “brasiliano”, “soggetto che, coinvolto in indagini per vicende di droga, era stato indicato in una nota di servizio redatta dal Tenente Colonnello Fabio Cagnazzo, immediatamente dopo l’omicidio del sindaco Vassallo, tra i possibili mandanti del delitto”.

La figura di Angelo Vassallo

Angelo Vassallo è stato un sindaco ed un amministratore esemplare poiché ha dedicato tutta la sua attività di primo cittadino allo sviluppo del proprio territorio in armonia con la natura che lo circondava”, prosegue il comitato della Commissione parlamentare antimafia, che parla di ‘omertà’. “Ad oggi le persone del posto – si legge nella relazione, desecretata in queste ore – non hanno fornito molti elementi utili agli inquirenti. Risulta, infatti, poco credibile che, in piena estate e in un centro turistico con grande afflusso di persone, nessuno si sia trovato a passare sul luogo del delitto o abbia comunque notato anche un solo particolare significativo per le indagini. Dalle 21,15 del 5 settembre 2010 fino alla scoperta del corpo del sindaco nessuno sembra avere visto nulla. Ancora oggi, sembra non sapersi chi abbia avvisato Claudio Vassallo, il fratello della vittima, di quanto accaduto. Tuttora non è dato comprendere le ragioni per cui, in una nota intervista, l’ex Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Franco Roberti ebbe ad escludere la natura camorristica dell’omicidio”.

«Omicidio Vassallo, vicenda torbida»

“L’omicidio di Angelo Vassallo – concludono i commissari Antimafia della passata legislatura nella relazione – resta una vicenda torbida, per molti versi sconcertante. Una vicenda in cui si sono scontrate la voglia di riscatto di una terra e la volontà di chi intendeva mantenerla oppressa e legata a logiche criminali; la volontà di un uomo che volle dimostrare che lo Stato e le istituzioni non erano entità lontane o nemiche e chi sembra avere privilegiato logiche criminali e interessi connessi a loschi affari. Soprattutto questa è la storia di una famiglia, e di una parte di una comunità civile, che non si è mai rassegnata a ché la vicenda del proprio congiunto venisse dimenticata”.

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