La Venere di “Open to meraviglia” spacca l’opinione pubblica: 9 milioni per l’influencer rinascimentale, voi cosa ne pensate?

A Vittorio Sgarbi, tra le altre cose critico d’arte, l’idea non è piaciuta “una Venere alla Chiara Ferragni”, critica pure Europa Verde che definisce il “concept di dubbio gusto”

Silvana Romano
Venere Botticelli

È costata 9 milioni la nuova campagna pubblicitaria per promuovere le bellezze artistiche e le eccellenze enogastronomiche dell’Italia. Ideata dal Gruppo Armando Testa, dietro commissione del Ministero del Turismo ed Enit, con il contributo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio, la campagna pubblicitaria è al centro di molte contestazioni.

Eppure, le premesse erano buone: secondo il Ministero del Turismo, soprattutto dopo il periodo pandemico, era necessario promuovere quella che la ministra Santanchè mira a far diventare “la prima industria del Paese”.

La Venere in maglietta e tailleur

Chi meglio della Venere di Sandro Botticelli, nata nel 1485, icona della bellezza e del genio pittorico di artisti straordinari, conosciuti e riconosciuti in tutto il mondo, avrebbe potuto, come ha affermato la ministra al Turismo Daniela Santanchè,“vendere l’Italia e le sue eccellenze”?

Senza ricorrere a testimonial d’eccezione, bastava solo contestualizzare l’icona pittorica, vestendo le sue nudità con canotta a strisce bianche e blu per pubblicizzare la pizza, un nastro tricolore per raccogliere i capelli o farle indossare un tailleur informale per un selfie in Piazza San Marco. Per “vendere” il Colosseo, shorts blu in tinta con giacchetto, maglietta alla marinara e manubrio di bici tra le mani.

Sfavorevoli e favorevoli

A Vittorio Sgarbi, tra le altre cose critico d’arte, l’idea non è piaciuta “una Venere alla Chiara Ferragni”, critica pure Europa Verde che definisce il “concept di dubbio gusto” così come ingiustificatamente onerosa una campagna pubblicitaria fatta di “fotomontaggi su immagini stock, che spesso non costano più di un centinaio di euro”.

Molto soddisfatta della trovata pubblicitaria la ministra Santanchè e naturalmente l’asse di centro-destra, “La Venere influencer avvicina i giovani”, mentre “le critiche- tiene a puntualizzare- arrivano dai radical chic”.

Soddisfatti molti imprenditori di settore, per la freschezza e l’attualità di un messaggio che si svincola dagli stereotipi del marketing del passato. In effetti, l’idea non è passata inosservata, se il fine era quello di stupire e di attirare l’attenzione sulle bellezze ed eccellenze italiane, si è fatto centro.

Meme e fotomontaggi

Il pubblico dei social si è scatenato riproponendo curiose ed esilaranti revisioni grafiche della Venere di Armando Testa, meme e fotomontaggi che stanno diventando più virali delle slide ufficiali. Contestato pure il video di presentazione che in parte, anziché in Italia, sarebbe stato girato in Slovenia.

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