Eboli, tragedia del bambino: Rizzi contro l’eutanasia dei pitbull

L'attivista per i diritti degli animali si schiera contro l'abbattimento dei cani coinvolti nel tragico fatto, definendolo "crudele e privo di senso"

Ernesto Rocco
Enrico Rizzi

La tragica morte del bambino di tredici mesi a Eboli ha sconvolto la comunità e acceso un dibattito sul futuro dei due pitbull coinvolti nel fatto. L’attivista per i diritti degli animali Enrico Rizzi si schiera contro l’eutanasia dei cani, definendola “crudele e priva di senso”.

“No all’eutanasia, serve educazione”

Sta iniziando a circolare la voce dell’eutanasia dei due pitbull, un’iniziativa a cui mi opporrò con fermezza“, dichiara Rizzi. “Diffiderò chiunque si faccia promotore di una simile soluzione, non solo crudele ma anche totalmente inutile“. Secondo l’attivista, la chiave per una convivenza pacifica con i cani sta nell’educazione.

Incertezze sulle dinamiche e sul ruolo dei cani

Rizzi sottolinea le forti incertezze che circondano le dinamiche del tragico evento. “Nessuno può dire con certezza quale dei due animali abbia causato le ferite mortali al bambino“, afferma. “Non esiste una tipologia di cani aggressiva, dipende da come vengono educati“.

Rizzi: “Non esistono cani aggressivi, solo cani maleducati”

L’attivista ribadisce la sua convinzione che l’aggressività canina non sia una caratteristica intrinseca della razza, ma il risultato di un’educazione inadeguata. “Si può rendere mordace un piccolo cagnolino così come assolutamente docile un grosso rottweiler“, spiega. “I cani possono essere rieducati, evitando soluzioni da Far West che non servono a nulla e non risolvono il problema“.

Impegno per leggi più uniformi

Enrico Rizzi, candidato alle prossime elezioni europee, si batte per un’armonizzazione della legislazione sulla protezione degli animali e dell’ambiente. “Troppi spazi interpretativi vengono lasciati agli Stati membri”, denuncia. “Incongruenze che si pagano sulla pelle degli animali”.

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