Dal 1° gennaio 2024, l’aliquota della cedolare secca per gli affitti brevi sale al 26% per i proprietari che locano più di un immobile. La misura, introdotta dalla Legge di Bilancio 2024, non coinvolge chi loca la propria abitazione principale, ma solo chi possiede seconde case o investe nel settore turistico.
Un business in crescita
La locazione turistica è un business in crescita in Italia, grazie alla stagionalità del turismo e alla possibilità di rivedere i prezzi in base alla domanda. Per questo motivo, molti proprietari scelgono di mettere a reddito i propri immobili in questo modo, sfruttando la cedolare secca che offre un regime fiscale agevolato.
Un aumento che si somma ad altri aggravi
L’aumento della cedolare secca al 26% si aggiunge ad altri aggravi previsti per i proprietari di immobili, come la plusvalenza sulle case ristrutturate con il superbonus e l’aggiornamento della rendita catastale.
Finanziarie una riduzione per la prima casa
L’aumento dell’aliquota dovrebbe servire a finanziare una riduzione della tassazione sulla prima casa. Il governo spera così di incentivare l’acquisto di immobili da parte delle famiglie.
Obblighi per gli intermediari immobiliari
La Legge di Bilancio introduce anche nuovi obblighi per gli intermediari immobiliari che operano con i contratti di locazione breve. Questi soggetti dovranno infatti operare la ritenuta a titolo di acconto sui canoni di locazione.
Un passo verso un sistema più equo?
L’aumento della cedolare secca per gli affitti brevi è stato accolto con favore da alcuni, che lo considerano un passo verso un sistema fiscale più equo. Altri invece hanno criticato la misura, sostenendo che penalizzerà un settore in crescita e avrà ricadute negative sull’economia turistica.
Le prossime sfide
Il governo sta valutando ulteriori misure per il settore immobiliare, come la revisione del catasto e la tassazione dei redditi da locazione. Le prossime settimane saranno decisive per capire come queste misure impatteranno sul mercato immobiliare e sulle famiglie italiane.