Traffico di rifiuti tra Tunisia e Italia: 16 misure cautelari, le indagini partirono da Polla

C’è anche un funzionario della Regione Campania tra le persone arrestate insieme ad imprenditori del settore nell’ambito dell’operazione scattata all’alba sul traffico illecito di rifiuti tra l’Italia e la Tunisia

Di Federica Pistone
Traffico di rifiuti tra Tunisia e Italia: 16 misure cautelari, le indagini partirono da Polla

C’è anche un funzionario della Regione Campania tra le persone arrestate insieme ad imprenditori del settore nell’ambito dell’operazione scattata all’alba sul traffico illecito di rifiuti tra l’Italia e la Tunisia. Sono state eseguite 16 misure cautelari e sequestrate 3 aziende nell’ambito di un’indagine sulla tratta illecita di rifiuti tra Italia e Tunisia.

Operazioni in 4 province

Le operazioni sono in corso nelle province di Napoli, Salerno, Potenza e Catanzaro da parte della Direzione Investigativa Antimafia e del Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli, su coordinamento della Procura di Potenza. L’inchiesta è iniziata nel 2020, quando alcuni carichi di rifiuti speciali provenienti dal porto di Salerno furono inviati in Tunisia e successivamente bruciati, causando uno scandalo che portò all’arresto dell’ex ministro dell’Ambiente tunisino.

Indagini partite nel 2020 da Polla

Le indagini partirono da Polla, in provincia di Salerno, e coinvolgono anche vertici della Regione Campania. Gli arrestati includono imprenditori del settore rifiuti e un funzionario regionale, mentre un dirigente regionale è indagato a piede libero. Sono stati sequestrati beni di tre aziende coinvolte nello stoccaggio dei rifiuti.

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