Punto nascita di Sapri a rischio, Borrelli: “Asl indichi la strada da percorrere”

Maria Emilia Cobucci
Ospedale di Sapri

Il 31 dicembre si avvicina. Con la fine dell’anno il punto nascita dell’ospedale di Sapri rischia la chiusura. Una questione già nelle scorse settimane al centro del dibattito. L’ospedale dell’Immacolata, come quelli di Polla e Vallo della Lucania, non raggiugono la soglia dei 400 parti l’anno prevista dal Decreto Balduzzi per matenere attivo il reparto.

Punto nascita di Sapri: la proposta di Vibonati

Già in passato il comune di Vibonati ha cercato di tenere alta l’attenzione sul tema, proponendo di accorpare i reparti materno – infantile dell’area sud di Salerno. Una proposta che i sindaci di Sapri e Vallo della Lucania hanno affrontato anche con i dirigenti dell’Asl Salerno. Ora il sindaco di Vibonati, Manuel Borrelli, attraverso una nota inviata alle istituzioni, rilancia l’idea prendendo ad esame quanto accade in Umbria.

La Regione nel 2016 istituì delle aree funzionali omogenee integrate in modo che le unità operative potessero rispettare tutti gli standard previsti dalla normativa. Una ipotesi che applicata anche nel Cilento potrebbe salvare non soltanto i punti nascita ma anche altri reparti degli ospedali cilentani. Nascerebbero insomma reparti unici con più sedi dislocate sul territorio.

Le richieste

“Ritengo necessario che l’azienda sanitaria indichi quanto prima una strada da percorrere per non lasciare nell’incertezza più totale le popolazioni del basso Cilento”, dice Borrelli.

Il primo cittadino conclude: “I parlamentari eletti in Provincia di Salerno dovrebbero lavorare per modificare il decreto Balduzzi che mortifica di fatto le aree più periferiche e disagiate del paese”.

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