Antagonista di Halloween la Città di Eboli il 31 ottobre celebra ‘O Scorzamauriello

Silvana Scocozza
O Scorzamauriello

Dispettoso, simpatico, frutto della tradizione popolare e del folklore locale. ‘O Scorzamauriello, il simpatico folletto col cappello rosso e nero che a tutti gli effetti ad Eboli ha mandato in soffitta la moda della streghe, dei maghi e dei magheggi, cerca di resistere prepotente ai tempi che cambiano. Che corrono troppo in fretta.

E in quella che è la Ognissanti ebolitana, anche quest’anno, nella memoria dei grandi e dei piccoli, il folletto torna a far rivivere la tradizione.

Chi è ‘O Scorzamauriello

‘O Scorzamauriello. Il nome è di probabile derivazione greca: “Scopticos” significa infatti “nano burlone” e “mauros” significa “appena visibile”, “evanescente”. E sono proprio queste le peculiarità caratteriali e di aspetto del folletto nato dalla fantasia popolare.

Secondo Benedetto Croce il termine Scazzamauriello deriva da Scacciamaurino (i Maurini erano i monaci Benedettini dell’ordine di San Mauro). Altri fanno derivare il nome dallo spagnolo matamos, ammazza-mori. D’Annunzio lo chiama Mazzamurello: entità che attraversa (ammazza) le pareti (i muretti) delle case.

‘O Scazzamauriello, in italiano equivale più o meno al folletto. È presente in tutto il Sud Italia ed è chiamato in diversi modi. La descrizione dell’equivalente “Munachicchio” nel Materano, ad esempio, la si può estrapolare nel “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi.

‘O Scorzamauriello, il magico folletto della leggenda popolare, “corrispettivo” ebolitano del Munaciello partenopeo e del Monachicchio lucano, sapeva essere molto generoso: era solito manifestarsi nel cuore della notte, spesso a coloro che sono nell’estremo bisogno, facendo trovare cibo nelle credenze precedentemente vuote ed anche monete d’oro e denaro in casa dei suoi beneficati; ma guai a dirlo in giro: era capace di fare grandi dispetti! Tormentava i dormienti della casa tra mille dispetti, come rompere i vetri delle finestre o far chiasso con le pentole in cucina.

La tradizione

Una tradizione, di quelle che le nonne di una volta raccontavano attorno al fuoco. Una tradizione che ha trasmesso emozioni e fantasie ai grandi e pure ai piccoli e che ancora oggi è radicata in Città. Anche se in tono minore per via di una pandemia che ha bloccato, di fatto, anche i grandi eventi locali.

Ad Eboli, infatti, fino al 2019, il 31 Ottobre l’Associazione “Le Tavole del Borgo” composta dai ristoratori del borgo antico, ha organizzato un evento “La Notte dello Scorzamauriello” incentrato attorno la figura di questo simpatico folletto della tradizione popolare ebolitana. Arte, cultura, teatro, enogastronomia e musica. Nel borgo antico per una notte si respirava aria di tradizione e di incantesimi.

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