Relazione semestrale della Dia: allarme per il Cilento

Costabile Pio Russomando
Procuratore Giuseppe Borrelli

È stata pubblicata sul sito del Senato della Repubblica la relazione semestrale della DIA presentata dal Ministro dell’interno. Il documento analizza i fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso relativamente al II semestre del 2021.

Relazione semestrale della Dia: l’analisi

Si tratta di un’analisi realizzata sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione. La documentazione conferma, ancora una volta, che il modello ispiratore delle diverse organizzazioni criminali di tipo mafioso appare sempre meno legato a eclatanti manifestazioni di violenza. Al contrario l’attenzione appare rivolta verso l’infiltrazione economico-finanziaria.

La situazione in provincia di Salerno

La relazione della Dia relativamente al II secondo mestre del 2021 conferma per la provincia di Salerno che non vi sono cambiamenti negli assetti criminali.

Nella relazione della Presidente della Corte di Appello di Salerno, Iside Russo, si evidenzia come le organizzazioni criminali abbiano avuto interesse «di espansione legate all’emergenza sanitaria, cercando di consolidare la loro presenza sul territorio mediante l’elargizione di prestiti di de naro a titolari di attività commerciali in difficoltà, allo scopo di “fagocitare” le imprese, facendone uno strumento per il riciclaggio ed il reimpiego di capitali illeciti”».

Allarme per il Cilento

Alcune specifiche riflessioni che richiamano i passaggi più significativi della relazione del Procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, hanno riguardato la difficoltà di pervenire ad un’organica interpretazione dei fenomeni di criminalità organizzata e al necessario inquadramento dei singoli episodi delittuosi. In particolare dei cosiddetti reati-spia, che non possono essere valutati quali forme delinquenziali puntiformi ma devono essere più ampiamente contestualizzati.

Il Procuratore della Repubblica di Salerno, poi, ha posto poi l’accento su alcune criticità nell’attività di contrasto per aree molto sensibili quali il Cilento. Un «territorio di reinvestimento di profitti da parte di organizzazioni mafiose di varia natura, derivante dalla inesistenza di informazioni provenienti quel territorio sul quale, inoltre, la distanza chilometrica dalla città di Salerno, rende complesso, se non addirittura impossibile, delegare investigazioni, specie con attività tecniche».

Infatti «la distribuzione delle forze di polizia giudiziaria sul territorio risulta completamente irrazionale. Basti pensare, in proposito, che l’ultimo commissariato di Polizia di Stato è localizzato in Battipaglia ed il successivo a Sapri, ovvero ad una distanza di circa 130 km».

Relazione semestrale della Dia: la situazione nella Piana del Sele

Quanto alle singole criticità, la Piana del Sele è caratterizzata dalla presenza di importanti insediamenti produttivi nel settore agro alimentare. In questo contesto «l’asset camorristico fuoriesce dall’aspetto violento e/o militare proprio delle organizzazioni di meno recente operatività per costituire parte integrante del tessuto socio-politico-economico, influenzandolo e determinandolo dal suo interno». In tale ottica finalistica nel tempo si è ridimensionata anche la storica contrapposizione tra i Pecoraro – Renna e i De Feo.

Sempre nella Piana del Sele si registra la presenza di gruppi criminali stranieri prevalentemente rumeni, albanesi e magrebini. Questi risultano attivi nello sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e nei reati predatori su tutto il territorio della provincia.

Il Cilento e il Vallo di Diano

Nel Cilento, ad Agropoli, si conferma la presenza della famiglia di nomadi stanziali Marotta. Essa è dedita per lo più ai reati di tipo predatorio, all’usura, al traffico di stupefacenti e al riciclaggio.

Sul territorio del Vallo di Diano, infine, confermata la presenza della criminalità mafiosa campana e pugliese. Nella stessa area vldianese è stata tratteggiata l’esistenza e l’operatività di un sodalizio criminale nel settore degli stupefacenti in particolare marijuana, hashish e cocaina.

Le indagini durante il semestre emerse nella relazione della Dia hanno consentito di monitorare l’operatività dell’organizzazione, il suo modus operandi, nonché i canali di approvvigionamento, i luoghi di stoccaggio e le fasi di acquisto e vendita della droga.

Condividi questo articolo
Exit mobile version