Le mani dei clan su Cilento e Vallo di Diano: ecco la relazione della Dia

Ernesto Rocco

La criminalità organizzata conferma la sua presenza in Provincia di Salerno, da nord a sud, e il comprensorio del Cilento, Vallo di Diano e Alburni non è esente da questa situazione. E’ quanto emerge dalla consueta relazione semestrale della DIA relativa al secondo semestre del 2020 e presentata in Parlamento.

La mano dei clan sulle zone turistiche

Nei territori ad alta vocazione turistica della Costiera Amalfitana, del Cilento e del Vallo di Diano l’influenza della criminalità organizzata – si legge nella relazione – si manifesta soprattutto negli ingenti flussi di denaro investiti nell’economia locale anche da parte dei clan napoletani e calabresi.

Nel Medio e Basso Cilento è risultato significativo il rilevante sequestro 243 di beni immobili e quote societarie eseguito dalla Guardia di finanza il 29 ottobre 2020 nei confronti di 2 persone una delle quali stretto congiunto del capo del clan Fabbrocino attivo nel vesuviano.

La situazione nel Cilento

Il provvedimento ha colpito beni immobili per svariati milioni di euro ubicati nella zona di Castellabate intestati a diversi prestanome. A Capaccio Paestum, dove sono tornati operativi storici personaggi in passato legati alla Nuova Camorra Organizzata, ingenti investimenti sono stati effettuati nel corso degli anni dall’esponente apicale del gruppo Marandino anche per il tramite di fidati sodali.

Nel semestre in esame il Prefetto di Salerno ha emesso un’interdittiva antimafia nei confronti di un’azienda operante nel settore dell’assistenza sanitaria e socio sanitaria, riconducibile a un pregiudicato condannato per tentata estorsione aggravata e per partecipazione alla citata associazione mafiosa.

Nell’area di Agropoli una zona nell’influenza della famiglia nomade Marotta, il 6 ottobre 2020 nell’ambito dell’operazione “Brown Sugar” i Carabinieri hanno eseguito un provvedi- mento cautelare nei confronti di 14 persone indagate, a vario titolo, per traffico e detenzione di sostanze stupefacenti disarticolando un’organizzazione di pusher operativi tra Agropoli, Giungano, Castellabate e aree limitrofe con diramazioni anche nel casertano.

L’influenza della criminalità organizzata napoletana emerge anche in relazione al traffico e allo spaccio di stupefacenti soprattutto durante il periodo estivo e realizzato anche con la collaborazione di gruppi criminali locali “minori”.

Il Vallo di Diano

Per la sua posizione geografica, il Vallo di Diano – ove “…si rilevano significativi nuovi legami tra elementi autoctoni, soggetti criminali calabresi e casertani, quest’ultimi recentemente localizzatisi nell’area…”- conserva profili d’interesse soprattutto per i rilevanti interessi economici con- nessi ai giacimenti petroliferi e all’indotto estrattivo della confinante Val d’Agri nel potentino. Lo scenario criminale vede egemoni i gruppi criminali dei Gallo e dei Balsamo dediti al traffico di stupefacenti, estorsioni ed usura, nonché capeggiati da 2 pregiudicati originari di Sala Consilina.

Esercitano una certa influenza, infine, le vicine ‘ndrine calabresi, come in passato avrebbero confermato i loro collegamenti nelle attività legate al narcotraffico tra famiglia Gallo e le cosche Mutodi Cetraro (CS) e Valente – Stummo di Scalea (CS).

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