Casal Velino: slitta processo a amministratori, funzionari e imprenditori

Carmela Santi
Il Tribunale di Vallo della Lucania

Truffa aggravata in concorso, abuso d’ufficio, peculato, corruzione continuata, gli indagati coinvolti a vario titolo nella maxi inchiesta sul Comune di Casal Velino dovevano dovevano comparire davanti al Gup ieri, 15 settembre. Tutto rinviato, invece, al prossimo 22 dicembre.

Inchiesta sul Comune di Casal Velino: tutti a processo

La bufera giudiziaria era esplosa nel mese di gennaio dello scorso anno. L’indagine vede coinvolti alcuni amministratori cittadini tra cui il sindaco Silvia Pisapia, funzionari ed imprenditori locali. Al termine delle indagini, per tutti loro l’accusa ha chiesto il rinvio a giudizio accolto dal gup del Tribunale di Vallo, Benedetta Rossella Setta.

Agli inizi della vicenda giudiziaria al primo cittadino Pisapia fu applicata, per sei mesi, la misura cautelare di divieto di dimora nel suo comune. L’Ente fu retto dal vice sindaco Domenico Giordano. Ieri per entrambi doveva iniziare il processo che invece slitta di oltre tre mesi.

I coinvolti

Alla sbarra anche Pasquale Cammarota, Angelo Gregorio, Giuseppe Schiavo, Angela Lista, Lucio Esposito, Luigi Rispoli, Domenico Pinto, Massimiliano Lista e Massimo Morinelli.

I reati contestati a vario titolo avrebbero portato ad affidamenti illegittimi di vari servizi con attestazioni false, favori a cooperative amiche e assunzioni fasulle.

Le accuse

L’inchiesta che porterà a processo amministratori, funzionari e imprenditori di Casal Velino. L’indagine ha avuto la direzione del procuratore Capo di Vallo, Antonio Ricci e del sostituto Vincenzo Palumbo.

Le indagini, sono state svolte tra il 2015 e il 2018 dai carabinieri della stazione di Acquavella guidati dal maresciallo Domenico Castiello e coordinati, all’epoca dei fatti, dal capitano Mennato Malgieri, comandante della compagnia di Vallo.

Sotto la lente degli inquirenti finirono l’affidamento dei servizi portuali, della raccolta dei rifiuti, dei servizi di manutenzione e delle mense scolastiche. Ma anche una concessione edilizia di dubbia legittimità per la casa del marito del sindaco in zona agricola. E ancora una presunta truffa alla Regione per l’ottenimento di finanziamenti per le aree pip.

Dalle indagini che hanno portato al processo, sarebbe emerso che il sindaco di Casal Velino «andando al di là dei compiti istituzionali connessi alla sua carica, si è inserito in provvedimenti non di sua competenza, gestendoli a proprio piacimento».

Il procuratore nelle carte parla di «una macchina burocratica malsana, guidata e strumentalizzata con astuzia attraverso legami con collaboratori e titolari di cooperative aggiudicatrici di appalti pubblici».

I reati contestati sarebbero stati posti in essere «allo scopo di acquisire, in modo diretto o indiretto, il controllo di concessioni, autorizzazioni, appalti e pubblici servizi e, quindi, di realizzare profitti ingiusti attraverso la sistematica e illegittima attribuzione degli appalti a imprenditori amici in cambio di un consolidamento del potere politico attraverso l’attribuzione ai clientes di posti di lavoro».

Il prossimo 22 dicembre, potrebbe esserci la costituzione in giudizio anche di associazioni di consumatori.

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