Il malocchio: riti e tradizioni utilizzate nel Cilento per scacciarlo

Annalisa Siano

CILENTO. “Uocchio maluocchio crepa ‘n cuorpo”… recita così una delle tante filastrocche, ripetute dalle nonne nelle case del Cilento.

La tradizione vuole che il rituale per scacciare il malocchio venga tramandato di generazione in generazione la notte di Natale; così il 25 dicembre le anziane insegnano ai più giovani della famiglia come farlo.

Credenze e tradizioni legate al “malocchio”

Nel Cilento il malocchio è una credenza ancora radicata, soprattutto tra i più anziani. Non manca chi, ai primi sintomi di nausea o mal di testa, ancor prima di allarmare il medico di famiglia o correre ai rimedi con un antidolorifico, telefona alle nonne o alle zie. Queste, armate di forbici o coltelli incrociati, disegnano il segno della croce con le dita su un oggetto appartenente a chi ne avverte i sintomi. Quindi recitano in silenzio la filastrocca misteriosa che viene svelata solo a chi desidera impararla per davvero, a Dicembre, il mese più spirituale dell’anno.

Ecco, nel dettaglio, il rituale da seguire per liberarsene

Secondo l’antica credenza, riempiendo un piatto con dell’acqua e facendoci cadere delle gocce d’olio con il dito, è possibile scoprire pure se ad essere invidiosi è una o più persone.

Se la goccia di olio resta intatta, ad aver guardato con gli occhi della gelosia è una singola persona, ma se la goccia si dilata nell’immediato, a sparlare del benessere altrui è un gruppo di malevoli.
E voi, affezionati lettori, ci credete al malocchio?

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