Silvia Pisapia pronta a tornare alla guida del Comune di Casal Velino

Luisa Monaco
Silvia Pisapia sindaco di Casal Velino

Dopo circa sei mesi Silvia Pisapia è pronta a tornare alla guida del Comune di Casal Velino. Il consiglio comunale convocato per domani (in prima convocazione e per il 20 agosto in seconda), sarà infatti chiamato a prendere atto del Decreto del Prefetto con il quale si revoca la sospensione dall’incarico del primo cittadino.

Questo passaggio burocratico è conseguente alla recente pronuncia dei giudici. Nelle scorse settimane, infatti, la Cassazione aveva accolto i tre motivi del ricorso contro le misure cautelari ai danni di Pisapia. A presentarlo il suo difensore, il penalista Felice Lentini.

Gli ermellini, come emergeva dalle motivazioni della sentenza pubblicate nel luglio scorso, si erano soffermati sull’utilizzabilità dell’intercettazione ambientale tra il sindaco Silvia Pisapia e il responsabile della polizia municipale, Giuseppe Schiavo. A quest’ultimo era già stata annullata proprio dal Riesame la misura interdittiva di un anno dall’esercizio di pubblico ufficiale.

Il ruolo delle intercettazioni

«L’intercettazione costituisce “corpo di reato” e può essere utilizzata oltre i limiti della procedura penale soltanto qualora la dichiarazione registra integri in sé reato», scrivevano i giudici.

Gli stessi avevano rinviato la questione al Riesame che ha dovuto valutare la sussistenza o persistenza per Silvia Pisapia del pericolo di fuga o di inquinamento delle prove. Ciò «alla luce della distanza temporale dai fatti e della sospensione dalla carica di Sindaco».

La decisione del Riesame

Ad inizio agosto la decisione: per Silvia Pisapia non sussistono rischi tali da confermare le misure cautelari, pertanto queste vengono meno. Si attendeva solo l’atto ufficiale da parte del Prefetto affinché revocasse la sospensione dalla carica. Ora spetterà al consiglio comunale prenderne atto.

Le accuse

Silvia Pisapia era stata indagata dalla Procura di Vallo della Lucania. A suo carico le ipotesi di reato di corruzione, falso ideologico e abuso d’ufficio, in concorso con altri. Ciò per ottenerne il finanziamento di 3 milioni di euro dalla Regione per l’area di insediamento produttivo (leggi qui).

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