Fonderie Pisano, Ciro Pisano: “chiediamo un confronto pubblico per esporre il nostro operato”

Antonella Eleonora Pacella

Dopo la “Valle di NO”, iniziativa promossa dall’associazione ambientalista “Occhio alla Lontra”, che ha visto la partecipazione di numerosi comuni limitrofi e dello stesso comune ospitante, nel manifestare la propria contrarietà alla realizzazione di una nuova Fonderia a Buccino, siamo andati ad intervistare il diretto interessato: Ciro Pisano, titolare della storica azienda di famiglia.

Dott. Pisano entro quanto tempo pensa di riuscire a mettere in funzione la nuova fabbrica a Buccino.

“I tempi di realizzazione – una volta completato l’iter procedurale – sono più o meno vicini ai 36-48 mesi”.

Ci sono altre realtà in Italia, che hanno già le caratteristiche della fabbrica 4.0 che avrà sede a Buccino?

“Al momento è difficile rintracciare un complesso produttivo dotato di tutte le competenze e i sistemi di controllo come quello che abbiamo in mente di realizzare nell’area industriale di Buccino”.

Cosa pensa di tutti questi comitati nati per il No alle Fonderie a Buccino e la Buoneco, perché non riguardano solo le Fonderie.

“Ribadiamo un concetto già espresso molte altre volte: è nostra intenzione avere la possibilità di illustrare nel dettaglio la realizzazione dell’impianto industriale a Buccino in modo da descrivere con precisione l’assoluta compatibilità ambientale e il pieno controllo dei processi produttivi. Su questi aspetti siamo da tempo pronti a confrontarci.”

Da imprenditore, quale rappresentante delle Fonderie, quale ritiene possa essere il futuro delle stesse in un mondo che va sempre più verso la Green Economy.

“Siamo convinti che il pieno rispetto della tutela ambientale sia compatibile con la realizzazione degli impianti che produciamo con materiali in ghisa. Siamo la più importante fonderia nazionale per la produzione di pezzi destinati ai trattori agricoli; recentemente stiamo sviluppando – con importanti player mondiali – componenti per trattori agricoli elettrici, ricorrendo a carcasse in ghisa. Inoltre, una delle nostre materie prime sono i prodotti in ferro non più utilizzati nella loro funzione originaria (tipo biciclette e termosifoni vecchi). Siamo, quindi, di fatto uno degli anelli fondamentali delle produzioni connesse alla green economy. Larga parte di quanto produciamo è destinata a motori elettrici ad alto rendimento, che sono destinati, appunto, ai trattori di nuova generazione”.

Una sua dichiarazione su tutto quello che sta succedendo.

“Siamo certi che avremo la possibilità di esporre a tutti i rappresentanti del territorio di Buccino, ai sindaci e, soprattutto, ai cittadini quello che è possibile oggi realizzare, nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute di tutti noi. Siamo convinti che sia giusto dare le risposte che ci richiedono e crediamo che questo diritto, prima o poi, ci sarà riconosciuto questo diritto”.

Tutela ambientale da un lato, aziende agricole, prodotti tipici, tutela della salute, uno stabilimento agro alimentare che minaccia di lasciare la zona industriale di Buccino, da un lato e dall’altro un imprenditore che ha un’azienda da portare nel futuro, che da lavoro a 120 operai e che chiede solo un confronto per spiegare il suo intento.
E se, come diceva Aristole ‘in medio stas virtus’, ci si augura per il bene di tutti, che si possa trovare una soluzione equa.

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