Cilento, tempi lunghi per servizi e assistenza: “I vecchi devono morire e basta?”

Luisa Monaco

SAN MAURO CILENTO. Una lettera aperta indirizzata ai dirigenti dell’Asl Salerno per raccontare la storia, o meglio l’odissea, di un 93enne di San Mauro Cilento e dei suoi familiari, finiti nella rete della burocrazia che ha impedito di garantire in tempi rapidi i necessari servizi e l’assistenza richiesta.

A scriverla è Osvaldo Marrocco, docente dell’istituto Ancel Keys di Castelnuovo Cilento, cultore e custode della storia di San Mauro.

Ritardi nel garantire servizi e assistenza: i fatti

La vicenda ha avuto inizio quando il padre, 93 anni, lo scorso 28 maggio si è procurato una frattura del femore. Ricoverato presso l’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania ha ricevuto in tempi brevi le adeguate cure. Operato il primo giugno è stato dimesso otto giorni dopo. Ed è qui che iniziano i problemi.

All’anziano, già con piaga da decubito ad un calcagno, vengono prescritte attività di riabilitazione, un letto ortopedico, un materasso antidecubito, pannoloni e traverse.

La testimonianza

«Chiamo il numero verde lo stesso giorno e mi vien detto che devo contattare il distretto sanitario di Agropoli – racconta Osvaldo Marrocco – Invece di telefonare mi ci reco direttamente il giorno 11 giugno: prima mi viene eccepito che la prenotazione andava fatta via cup, poi al ticket cortesemente mi fissano la visita per il 24 giugno alle 9.40.
Ho seguito onestamente e legalmente la via “ordinaria”…
Dal 9 al 24 giugno passano già 15 giorni. Poi … non conosco i tempi di consegna dei detti presidi
».

Una situazione d’incertezza che potrebbe creare ritardi eccessivi, ecco perché Marrocco ha deciso di lanciare un appello via social per chiedere «la disponibilità in prestito di un materasso antidecubito (che avrei anche comprato) ed eventualmente di un letto ortopedico».

Appello accolto, in attesa «dei tempi infiniti dell’Asl». Ma c’è anche un altro intoppo, quello del fisioterapista che sarebbe dovuto servire fin dal primo giorno. Anche per quello l’unica possibilità era attendere, tanto che la famiglia ha deciso, pure per tale servizio, di provvedere a proprie spese come per pannoloni e traverse.

«E l’ASL dov’è? E questi tempi così lunghi di prenotazione? Perché non si riesce ad accelerare i tempi, soprattutto per situazioni come questa, in cui la velocità della risposta è la prima garanzia del recupero? O i “vecchi” devono morire e basta?», queste le domande che Osvaldo Marrocco si è posto e alle quali spera di avere risposta anche dai vertici dell’Asl.

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