130 anni fa moriva Agostino Magliani: il cilentano dieci volte ministro

Luisa Monaco
Agostino Magliani

Il 20 febbraio del 1891 moriva a Roma Agostino Magliani, celebre Ministro in due governi Carioli, in sette governi De Pretiis e in un governo Crispi. Il suo nome è legato a doppio filo al Cilento: era infatti originario di Laurino dove nacque il 17 luglio del 1824.

Il padre era Luigi Magliani, la madre Pascasia Scairato. Studiò giurisprudenza all’Università di Napoli e iniziò a lavorare nell’amministrazione finanziaria del Regno delle due Sicilie divenendo nel ’48 capo della Tesoreria dello Stato. Dopo l’unità d’Italia entrò nell’amministrazione dello Stato e ricoprì una serie di importanti incarichi: il ministro Quintino Sella lo promosse segretario generale del Ministero delle Finanze, fu poi Segretario generale della Corte dei Conti. Nel 1871 divenne anche senatore, nominato da Vittorio Emanuele. Nel 1878 il suo primo incarico da Ministro. Gli incarichi al Tesoro prima e alle finanze poi, furono ben 10. In questi anni fu lui ad ideare il progetto di affidare ai Monopoli di Stato il compito di curare la distribuzione del “Chinino di Stato”.

Il nome di Magliani è però passato alla Storia per la pratica della cosiddetta “finanza allegra”, nettamente in contrapposizione con la “politica della lesina” perseguita da Quintino Sella, consistente nella costante espansione della spesa pubblica mediante misure straordinarie, che dal 1885 produsse un aumento del deficit. Per rimediarvi, il ministro delle Finanze cilentano adottò la politica protezionistica, tipica dello schieramento politico di Sinistra, attraverso l’introduzione di tariffe doganali più elevate sui prodotti esteri, che dovevano proteggere la nascente industria italiana. È del 1887, infatti, la nuova tariffa protezionistica imposta sulle merci estere, inclusi quelle agricole, fatto che, se da una parte avvantaggiò i prodotti industriali dell’Italia settentrionale, dall’altro provocò una vera e propria “guerra doganale” con la Francia, la quale, anche per motivi di politica estera (l’Italia aveva aderito alla Triplice Alleanza con Austria e Germania), bloccò le importazioni dei prodotti agricoli italiani, con grave danno all’economia agricola del Paese, specie nel Mezzogiorno. Questo motivo, unito alla crisi agraria e alla spese belliche per le campagne coloniali in Africa, attirarono a Magliani numerose critiche provenienti da esponenti politici sia di Destra che di Sinistra. Lasciò così i dicasteri.

Morirà a Roma nel 1891 dopo esser stato anche Presidente del Consiglio Provinciale di Salerno. Era spostato con Francesca Gambacorta, una pittrice di nobile famiglia, che sarebbe divenuta sua moglie e avrebbe tenuto uno dei più importanti salotti romani.

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