Cluster all’ospedale di Roccadaspide: “Ennesimo atto di superficialità”

Katiuscia Stio
Biagio Tomasco

ROCCADASPIDE. Esplode la rabbia della Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, per il cluster di coronavirus sviluppatosi presso l’ospedale della Val Calore. In una nota indirizzata ai vertici di Asl e Regione il segretario Biagio Tomasco esprimere indignazione per la situazione del reparto di medicina generale e lungodegenza – riabilitazione. Tomasco ha chiari i responsabili e parla di “ennesimo atto di superficialità a discapito degli operatori”. Questi ultimi, “oltre che delusi e amareggiati, sono spaventati per la possibilità di essere causa di contagio per i propri familiari”.

“Nell’ Unità di Medicina Generale, sono continuati senza sosta negli ultimi tempi molti ricoveri, anche di pazienti non prettamente internistici – spiega il sindacalista – Il reparto ha sempre lavorato a pieno regime, mentre i reparti di Chirurgia e Cardiologia, erano semivuoti e con il personale al completo. Questi ritmi hanno messo sotto pressione il personale, che deve contemporaneamente occuparsi delle stanze contumaciali dei pazienti in attesa di tampone, difatti gli stessi operatori prestano assistenza sia ai pazienti in isolamento preventivo che a quelli con esito negativo al tampone. Nonostante la visita dei Nas a fine ottobre, in seguito alla prima positività di un operatore, nulla è stato fatto per apportare migliorie nel pieno rispetto delle normative”.

Non solo. Tomasco osserva come “Le stanze indicate come contumaciali, non sono provviste di zone filtro per la vestizione e svestizione, non possiedono un percorso sporco e pulito, né un impianto di areazione che permette di essere escluso dalle rete centralizzata in modo tale da contenere la diffusione del virus. La gestione poi dei DPI agli operatori sanitari sono l’ennesima prova di inerzia, incapacità e carenza di programmazione. Gli operatori sanitari sono costantemente e quotidianamente in contatto con i pazienti, potenziali veicoli di contagio, rappresentavano e rappresentano un presidio sanitario su cui avrebbe dovuto concentrarsi la sicurezza sia in fase emergenziale sia ancor di più in fase preventiva, conseguentemente a tutti gli operatori sanitari dovrebbe essere garantita, prontamente la fornitura dei DPI in numero e quantità tale da scongiurare qualsiasi rischio di contagio. Ciò non è avvenuto, la loro fornitura è stata del tutto inadeguata per qualità e quantità. Basti pensare che il personale giornalmente deve elemosinare, con le difficoltà del caso, un disinfettante, un camice in tnt e tutti i DPI necessari per assistere i pazienti nelle stanze contumaciali”.

Di qui l’appello ad un tavolo di confronto con i sindacati e a procedere ai necessari interventi per garantire la tutela di personale e pazienti.

Attualmente sono 25 i positivi tra il personale dell’ospedale.

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