Pisciotta e il culto “conteso” di Sant’Agnello Abate

Letizia Baeumlin
Sant'Aniello Rodio

Oggi (14 dicembre) i fedeli di Pisciotta festeggeranno Sant’Agnello Abate. Il culto legato al Santo è molto antico. Si tramanda che nel 1500 la statua di Sant’Aniello, Santo protettore delle partorienti e guaritore degli infermi, arrivò a Rodio, paese di cui è Patrono, innescando una diatriba tra il popolo di questa località e quello Pisciotta. Il Santo “vendicativo”, risultò quindi conteso tra i due paesi considerata la sua potenza legata alle diverse guarigioni ad egli attribuite. Si racconta, infatti, che la bandiera di Sant’Aniello veniva portata in casa degli ammalati gravi i quali miracolosamente guarivano.

Francesco Russo ci racconta che la devozione dei Pisciottani verso il Santo era così forte che il 14 dicembre si recavano a piedi o in sella al proprio asinello nella frazione di Rodio per i festeggiamenti. Ogni persona, portava con sé un bastone e lo deponeva davanti al portone di una abitazione del Paese cosicché il capofamiglia disponeva di un pasto caldo alla propria tavola per ogni bastone che trovava sull’uscio di casa.

Nei primi anni del 1900 scoppiò una vera e propria rivolta tra Rodio e Pisciotta per la contesa della statua del Santo guaritore, tanto che il popolo di Rodio interdisse ai pisciottani l’ingresso al paese di Sant’Aniello. La confraternita dei pisciottani nata in onore del Santo decise così di far arrivare anche a Pisciotta una statua del Santo (statua lignea che tutt’ora si trova nella parrocchia del paese dedicata al Santo patrono) che sostituì così il primo patrono del Comune (San Vito) e divenne da allora Sant’Aniello patrono anche di Pisciotta capoluogo.

Questo episodio è stato riscoperto del professore Massimino Iannone che ha portato alla luce una corrispondenza epistolare tra il nonno Massimino Pirfo emigrato in Brasile ed alcuni conterranei, dove, si raccontano, gli accaduti quotidiani per sentirsi più vicini.
Il professore Iannone ha pubblicato di recente anche un libro “Lettere dalla soffitta” dove racconta appunto degli anni vissuti in Brasile da suo nonno e il collegamento con i pisciottani in cui sono presenti storie e aneddoti sul centro cilentano.

Sant’Aniello morì presumibilmente il 14 dicembre del 596 d.C. ricorre quindi oggi la festa in suo onore. Ricordato soprattutto come il Santo vendicativo, protettore delle partorienti ma non di tutte, solo delle future mamme che in questo giorno gli faranno visita in una delle Chiese ad esso dedicata. Leggenda vuole che chi omette a questo rituale andrà incontro all’ira del Santo. La saggezza popolare collega un proverbio a Sant’Aniello: “a Sant’Aniello nè forbice e nè curtiello”. Ma cosa significa? Credenza vuole che in questo giorno le future mamme debbano astenersi dal toccare qualsiasi oggetto tagliente o appuntito altrimenti il pargoletto in grembo potrebbe nascere sfregiato da un taglio; in questo giorno infatti i futuri papà restano in casa per sorvegliare sulle mogli e non farle venire meno al rituale.

Nonna Maria De Angelis di Marina di Pisciotta raccontava di una donna della Marina che si trovava in stato interessante la quale, all’invito di fare visita al Santo protettore delle partorienti rispose: “io non credo a queste sciocchezze”, provocando così l’ira del Santo diede alla luce il figlio con un taglio sul viso. Diverse sono leggende pisciottane nate attorno al Santo iroso.

“A Sant’Aniello nu passo r’agnello”

A Sant’Aniello le giornate iniziano ad allungarsi a passo di agnello.

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