Vallo, omicidio Francesca Galatro: convalidato arresto del compagno

Carmela Santi

Resta in carcere l’assassino di Francesca Galatro. Per l’uomo, in stato di fermo da martedì mattina, ieri è stato convalidato l’arresto. Si tratta del compagno Giuseppe, originario di Rutino, con cui la donna donna da tempo aveva un legame stabile. Stavano preparando il matrimonio. L’uomo resta rinchiuso nel carcere di Vallo con l’accusa di omicidio. Dopo la confessione, resa a poche ore dall’omicidio nella giornata di ieri, gli inquirenti hanno avuto gli elementi utili per chiudere il cerchio. L’uomo infatti nella sua ricostruzione dei fatti aveva ammesso di aver inferto il colpo, aggiungendo però che qualcun altro aveva affondato il coltello nel petto di Francesca.

Fondamentale per sciogliere ogni dubbio l’esito dei rilevi effettuati dalla scientifica sulla scena del crimine. Venerdì il medico legale Adamo Maiese eseguirà l’esame autoptico sul corpo del trans di 66 anni. Francesca è stata trovata senza vita nella tarda mattinata di lunedì in una delle stanze della casa per senza fissa dimora di Vallo, dove era ospitata da tempo. Un solo colpo al cuore inferto con un coltello. Quando l’assistente sociale ha fatto scattare l’allarme, la donna aveva ancora il coltello nel petto. Era distesa sul letto così come il suo assassino l’aveva lasciata.

Le indagini avviate dai carabinieri della compagnia di Vallo, guidati dal Capitano Annarita D’Ambrosio e coordinate dalla locale Procura con il procuratore capo Antonio Ricci, hanno subito escluso il tentativo di suicidio. Il giallo è stato risolto in poche ore.

L’arrestato, con precedenti penali ed ospite della medesima casa di accoglienza, ha agito per motivi passionali, spinto presumibilmente da bieca gelosia. Un delitto dunque che si è consumato all’interno del centro di accoglienza. Un amore malato da parte dell’uomo che probabilmente al termine di una lite ha inferto il colpo mortale a Francesca. La vicenda ha scosso non poco la comunità locale. Sui social tanti i commenti anche in riferimento alla scelte personali di Francesca, rimbalzate agli onori della cronaca dopo la sua morte. Qualche anno fa la donna originaria di Buonabitacolo si era sottoposta ad un intervento per il cambio di sesso. Tra i tanti messaggi anche quello della sua assistente sociale “in questi due giorni – scrive – ne ho sentite di eresie sul tuo conto, conoscendoti li avresti querelati tutti, l’animo umano non conosce i confini della vergogna, non un minimo di compassione, di tristezza per una morte cosi efferata, cruda, senza pietà. Era uomo? Era donna? Aveva subito intervento? Di tutto di più. La dignità di una persona, di un essere umano con tutte le sue fragilità, calpestata. Abbiamo avuto modo di confrontarci, di litigare, di mandarci a quel paese, ma quando c’era bisogno mi chiamavi. Mi dispiace tantissimo. Spero che la giustizia faccia il suo corso”.

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