Capaccio Paestum, malore in mare per sub del Gos: trasferito in ospedale

Sergio Pinto

Attimi di paura questa mattina nel mare di Capaccio Paestum. Un sub del gruppo Gos (Gruppo Operativo Subacquei), impegnato nelle attività di bonifica dei fondali da ordigni bellici, ha improvvisamente avvertito problemi fisici ed in particolare un intorpidimento degli arti inferiori. È riuscito a risalire in superficie e ad allertare i soccorsi. L’uomo è stato trasferito con un ambulanza rianimativa della Croce Gialla di Agropoli presso lo stadio Raffaele Guariglia. Qui ad attenderlo l’elisoccorso che ha trasferito il malcapitato presso l’ospedale di Salerno.

Qui è stato sottoposto a trattamento in camera iperbarica per scongiurare il rischio di un embolia. Attualmente resta ricoverato ma per fortuna non è in pericolo di vita. L’attività dei palombari nelle acque di Capaccio Paestum va avanti dall’ottobre scorso quando furono rinvenuti numerosi ordigni risalenti alla Seconda Guerra Mondiale in una zona dove è presente anche un relitto bellico.

L’imbarcazione, che giace su un fondale di circa 20 metri a poco meno di 2 miglia dalla linea di costa, si presenta con la zona poppiera distrutta, probabilmente a causa di una cannonata o di una bomba d’aereo che ha colpito il mezzo nel corso dello sbarco delle truppe anglo-americane avvenuto in quel luogo il 9 settembre del 1943.

In quell’occasione i Palombari della Marina Militare rinvennero a bordo del relitto e nelle sue adiacenze, grazie anche all’utilizzo di un sofisticato metal-detector, numerose casse con all’interno un totale di 3.506 proiettili di piccolo calibro (per pistole, fucili e mitragliatrici antiaerei da 20 millimetri), una mezza dozzina di rotoli di miccia, 45 proiettili da 105 millimetri per carri armati tipo Sherman, 3 tubi esplosivi “Bangalore”, pezzi di ricambio per sistemi di punteria per complessi di artiglieria campale nonché molti attrezzi da lavoro meccanico.

Tutto questo materiale fu man mano trasferito in zona di sicurezza e fatto brillare. A distanza di quasi un anno da allora, però, prosegue l’attività di bonifica della zona.

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