Il Cilento e l’enoturismo ai tempi del Coronavirus: un territorio di grande espansione territoriale

Rossella Tanzola

L’arrivo della cosiddetta Fase 2 del lockdown ha reso tutti più tranquilli grazie alla ripartenza di gran parte delle attività produttive. Ci prepariamo ad affrontare un periodo di “cauto riavvio” in tutti gli aspetti della vita quotidiana. Green, di prossimità e accessibile a tutti: il 2020 potrebbe rivelarsi l’anno ideale per lo sviluppo dell’enoturismo. Il Cilento tra le sue innumerevoli peculiarità è caratterizzato da terreni argilloso – calcarei ricchi di scheletro che si adattano al meglio per la coltivazione dei vigneti.

Oggi moltissimi vitigni autoctoni rappresentano la ricchezza e il marchio di una terra univoca grazie alla passione e alla costanza di chi se ne prende cura ogni giorno. Una patria ricca di storia miti e tradizioni che grazie alla combinazione di mare e collina ha tutte in carte in tavola per accogliere i suoi ospiti, e regalare quindi un’esperienza unica e memorabile. L’enoturismo si può praticare all’aperto con le visite in vigna che accompagnano le visite in cantina e può essere integrato con una vasta quantità di alternative, che vanno dalla scoperta di borghi interni medioevali alla degustazione di prodotti gastronomici tipici della dieta Mediterranea.

Un incentivo sostenibile, all’aria aperta, che rispetta al meglio gli spazi per il distanziamento e accomuna gli interessi di chi vuole approcciarsi alla cultura del vino. Come non citare in questo contesto un grande film che fa da esempio a questa realtà: “Un’ottima annata”, in cui l’inguaribile Russell Crowe interpreta il ruolo di chi ritorna alla terra d’infanzia proprio per far vino. La wine experience potrebbe estendersi per dare inizio alla ripartenza di un turismo di nicchia, che consente di vivere momenti autentici per pochi o piccoli gruppi, della durata di mezza giornata o di un week – end. Una filosofia di vita e di viaggio per tutti coloro che amano scoprire i territori del vino italiano, conoscere di persona i vignaioli e condividere con loro il gusto e il piacere di un calice di vino in mano.

Oggi abbiamo intervistato Alferio Romito, vignaiolo cilentano in Castellabate. L’esempio lampante di chi ha un forte legame di appartenenza alla propria terra d’origine. Una passione che ha coltivato sin da bambino prendendosi cura di una vigna portata avanti da quattro generazioni.

Alferio, il Covid 19 è stata l’occasione per riflettere su qualcosa in particolare in cui vorresti migliorarti nella gestione?

La situazione attuale è stata l’opportunità per dedicarmi maggiormente alla cura della vigna concentrandomi su lavori rimandati da tempo. Ciò mi ha permesso di accantonare la meccanicità delle attività compiute per riscoprirne il vero valore.

Quali sensazioni è in grado di suscitare l’assaggio di un vino prodotto dalle tue stesse mani?

Tante emozioni. Il profumo mi ricorda i passaggi avvenuti e le direzioni perseguite per arrivare al conseguimento finale, come ad esempio un particolare episodio legato alla stagione produttiva.    

Quali sono a tuo parere i punti di forza del nostro territorio?

Il Cilento è la terra del vino. L’escursione termica, le condizioni climatiche e la diversificazione del territorio.

Cosa colpisce di più i tuoi clienti quando visitano per la prima volta il Cilento?

Le persone rimangono incantate da questa terra e dai suoi miti, come quello della sirena Leucosia. Si sentono immerse in qualcosa di straordinario che non hanno mai visto prima e si lasciano coccolare da ciò che le circonda.

Cosa ne pensi dell’enoturismo come punto di ripartenza del turismo italiano?

L’enoturismo sarà il punto di svolta per due motivi: il primo è che le persone avranno voglia di uscire non solo per svagarsi ma specialmente per stare a contatto diretto con la natura. Il secondo motivo riguarda l’acquisto di una maggiore presa di coscienza nei confronti di una natura incontaminata e in cui è possibile sentirsi al sicuro. Tutto ciò ci renderà consapevoli di una realtà che abbiamo sempre avuto ma mai apprezzato abbastanza, a partire dalle cose più semplici come il giardino fuori casa.

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