Fiocco rosa all’oasi Alento: una scintilla di speranza nell’emergenza

Arturo Calabrese

Fiocco rosa presso l’Oasi Fiume Alento. È infatti venuto alla luce un piccolo di alpaca, animale allevato nelle stalle. Solitamente l’Oasi, che sorge nel comune di Prignano Cilento intorno la Diga Alento, è molto frequentata da famiglie con bambini proprio per la presenza di numerosi animali con cui è possibile interagire grazie alla presenza di esperti istruttori. Gli stessi alpaca possono essere condotti alla corda e accarezzati dai piccoli visitatori.

Anche per allentare la noia, su facebook è partita una gara per scegliere il nome alla piccola quadrupede. Centinaia sono stati i messaggi arrivati nel giro di poche ore e tra i nomi più gettonati vi è Speranza e le varie traduzioni in altre lingue come hope in inglese, esperanza in spagnolo, il francese espoir. Qualche letterato scomoda anche gli antichi con spes in latino o ελπίδα in greco che traslitterato diventa elpida. È chiara, dunque, la voglia di resistere a questa situazione difficile e di guardare al futuro, in attesa di un domani migliore. La piccola alpaca può in effetti rappresentare anche un momento di rinascita, un segno della vita che continua e si rinnova, ciclicamente, nonostante tutto.

Una nascita avvenuta in solitaria, un qualcosa che di solito avviene sotto gli occhi dei visitatori, oggi costretti, come tutti, a casa. L’Oasi Alento, grazie all’impegno del direttore Silvio Labanca, ha deciso di puntare sull’allevamento di varie specie di animali, la cui compagnia è utilizzata come terapia per bambini e ragazzi affetti da malattie che colpiscono lo spettro dell’attenzione. In tali progetti vengono inseriti anche gli alpaca, seppur in via sperimentale. Il Piano di Zona S8, con sede in quel di Vallo della Lucania, ha avviato degli studi in tal senso per poter capire la validità e la valenza dell’utilizzo dell’alpaca nelle terapie. Probabile, dunque, che anche la neonata, quella piccola speranza a quattro zampe, possa essere affiancata ad un bambino malato, in pieno rispetto del suo nome, in qualsiasi lingua si decida di chiamarla.

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