Trentinara: l’appello di Carione a non abbandonare i sindaci

Antonella Agresti
Rosario Carione sindaco Trentinara

L’emergenza Coronavirus sta mettendo a dura prova le risorse finanziarie degli enti locali. I comuni, in maniera particolare, rappresentano un vero e proprio avamposto e i sindaci sono in trincea per cercare di fronteggiare l’emergenza non solo sotto il profilo sanitario, ma anche economico e sociale. Il sindaco di Trentinara, Rosario Carione, si rivolge alle associazioni di categoria invitandole ad unire le forze e a chiedere risposte al Governo Centrale ed Europeo. Il timore del primo cittadino è che si possa innescare una vera e propria “guerra tra poveri” dal momento che molte associazioni stanno chiedendo aiuti finanziari ai Comuni che sono a loro volta in seria difficoltà e che non possono essere lasciati soli nella gestione dell’emergenza. Riportiamo di seguito la nota del sindaco Carione.

“Ai Comuni servono con urgenza le dotazioni finanziarie necessarie a fronteggiare i maggiori oneri che gli enti stanno già ora sostenendo e che dovranno continuare a sostenere per fronteggiare l’emergenza mentre gli effetti, in termini di minori entrate, impatteranno in modo fortemente negativo e altamente pericoloso sulla tenuta dei bilanci approvati e in corso di approvazione.
Rischiamo che l’unica istituzione di prossimità sul territorio nazionale, ovvero i Comuni, vicini ai cittadini, ancor più in questo momento, abbiano serie difficoltà. Ma dopo il decreto ‘Cura Italia’ ci aspettiamo un provvedimento specifico che si occupi degli enti locali e del loro equilibrio finanziario. Se salta il sistema dei Comuni, saltano i servizi per i cittadini. Senza risorse non si può garantire l’erogazione dei servizi essenziali, senza risorse non si raccolgono i rifiuti urbani e, conseguentemente, non si può assicurare l’igiene urbana con il rischio di innescare una ulteriore emergenza sanitaria.
È necessaria e urgente una immediata iniezione di entrate straordinarie, compensative delle minori entrate proprie, per chiudere i bilanci in pareggio effettivo e non solo apparente. I bilanci dei Comuni stanno già pesantemente risentendo della contrazione di liquidità delle entrate proprie e continueranno a risentirne per un tempo che si preannuncia non breve. Non basta la sospensione di alcuni mutui e l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione. Servono altre misure che consentano ai comuni di venire incontro alle giuste esigenze, dei nostri operatori comunali, oggi in grande difficoltà economiche. I sindaci, in questo momento di particolare difficoltà, servono le comunità e collaborano con il Governo, mostrando grande senso di responsabilità. Certo però non può sfuggire che i Comuni sono un presidio sui territori e un punto di riferimento per i cittadini e i loro bisogni. Come amministratori locali stiamo facendo l’impossibile per assicurare servizi efficienti alle nostre comunità alle prese con una emergenza senza precedenti. Dal Governo ci aspettiamo, ora, un segno tangibile di attenzione verso quello che facciamo quotidianamente, riconoscendoci gli strumenti finanziari e normativi per quella indispensabile stabilità economica utile a garantire la sopravvivenza dei nostri comuni, ancor più piccoli comuni.
Un ultimo appello lo faccio alle associazioni di categoria, che in questi giorni, anche attraverso i giornali, richiedono aiuti per le categorie che loro rappresentano, ai Comuni, rischiando di innescare una guerra tra poveri e di metterci contro i nostri cittadini.
Uniamo il nostro grido di necessità, ma rivolgiamolo tutti insieme a chi effettivamente può fare qualcosa, ovvero al governo nazionale e all’Europa. Il rischio altrimenti, sarà una carneficina sociale, sanitaria ed economica. Uniti ce la faremo.”

Condividi questo articolo
Exit mobile version