Anche nel Cilento i “Caschi verdi” per l’ambiente

Fiorenza Di Palma

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha incontrato i «Caschi verdi per l’Unesco», task-force ambientale frutto di un protocollo di collaborazione sottoscritto con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra). Si tratta di un gruppo di 22 esperti tra geologi, biologi, architetti, fisici, che fornirà supporto nelle aree protette e nei territori italiani riconosciuti in ambito internazionale, con l’obiettivo di garantire salvaguardia e valorizzazione dei siti Unesco.

La funzione dei Caschi cerdi

«Ho fortemente voluto l’inserimento all’interno del Dl Clima, che così entra finalmente nel vivo, della figura dei Caschi verdi per l’Ambiente – ha sottolineato Costa – consapevole della necessità dei nostri siti di avere più tutele, e di valorizzare maggiormente il nostro patrimonio naturale. A questo programma sperimentale sono destinati 2 milioni di euro per ciascuno degli anni, dal 2020 al 2022».

I Caschi verdi in Cilento

Presto i Caschi verdi potrebbero raggiungere anche il Cilento.
Al momento, infatti, le richieste di supporto interesseranno 7 soggetti gestori: tra questi il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e il sito archeologico di Elea Velia.

Il supporto riguarderà la definizione di piani di gestione, attività di salvaguardia e valorizzazione, di comunicazione ed educazione ambientale.

«Il numero così alto di adesioni volontarie ai Caschi verdi avute all’interno dell’Ispra – rileva il direttore generale Ispra Alessandro Bratti testimonia una volontà che va oltre il semplice incarico d’ufficio. Quello che ci aspetta è un compito delicato e pieno di responsabilità, che si svolge sul territorio italiano ma oltrepassa i confini nazionali. Siamo, infatti, fermamente convinti che tutti i siti Unesco debbano essere non solo supportati ma custoditi e valorizzati».

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