Condotte in amianto e tumori in Cilento, Consac esclude collegamento

Sergio Pinto
Tubo acqua

TORRACA. Tumori in aumento a causa delle condutture in cemento amianto? Secondo la Consac non vi è correlazione tra la patologia e il materiale di cui sono composte le tubature. L’allarme era stato lanciato già nei mesi scorsi dagli studi condotti dai 168 medici della Cooperativa “Parmenide” di Vallo Della Lucania. In particolare, nel distretto 71 Camerota-Sapri l’incidenza di neoplasie tumorali (5,51%) è risultata più alta che nei distretti di Eboli, Vallo della Lucania, Capaccio e Battipaglia. Di qui l’ipotesi di una correlazione anche con le condotte idriche in cemento amianto. Il caso ha fatto discutere tanto che a Torraca un comitato civico in collaborazione con Comune e Pro Loco ha avviato una raccolta fondi per poter effettuare analisi sull’acqua potabile (leggi qui).

Tumori e condotte in amianto? Consac esclude

Eppure la Consac, la società che gestisce la rete idrica su gran parte del territorio del Cilento e Vallo di Diano è di tutt’altro avviso. “Le tubazioni in cemento amianto sono quasi zero, quindi parlare di contaminazione che potrebbe portare incrementi di tumori è avventato”, chiarisce il direttore Felice Parrilli.

Dalla Consac, inoltre, chiariscono “La cosa più significativa è che non solo esistono studi scientifici che dimostrano che le fibre in cemento amianto possono essere pericolose solo se ispirate, ma Consac ha anche effettuato, in quelle zone dove è ancora presente una condotta in amianto, delle prove di laboratorio per verificare se nell’acqua fossero presenti fibre d’amianto. In tutti i campioni prelevati non risulta la presenza di alcuna fibra di cemento amianto”.

I monitoraggi della risorsa idrica

Non solo, dalla società con sede a Vallo della Lucania chiariscono che l’acqua è costantemente sempre monitorata. “Chi lancia allarmismi sui tumori lo fa in maniera avventata e senza alcun fondamento scientifico. Lo si fa solo per creare notizie sensazionalistiche che però vanno stigmatizzate e noi ci dissociamo”, conclude il direttore Parrilli.

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